Mercoledì 30 Aprile 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
“Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata” è un mantra ormai perseguito in ogni società del mondo, anche in quella giapponese, tradizionalmente caratterizzata da una vita lavorativa intensa e con lunghi turni di lavoro in ufficio o in servizio.
Negli ultimi anni, all’interno del sistema salutare e di esercizio, ha prepotentemente fatto la sua comparsa il consumo di prodotti alimentari ad alto contenuto proteico. Un tempo si pensava che le proteine fossero assunte solamente da atleti e culturisti di alto livello per costruire un corpo efficiente. Tuttavia, oggi vengono attivamente incorporate nella dieta quotidiana anche per la cura della salute dei più anziani e della bellezza. Già dopo la seconda guerra mondiale, infatti, il Ministero della Salute giapponese aveva lanciato il motto “assumiamo le proteine” per cambiare le abitudini alimentari dell’epoca, più orientate a carboidrati, e al fine di migliorare la salute della popolazione.
Soprattutto a partire dal clima febbrile ed euforico che ha portato alle Olimpiadi di Tokyo 2020, il mercato dei prodotti proteici in Giappone è in costante crescita, con prodotti di qualsiasi tipo: dagli snack con le barrette al cioccolato ai gelati, ramen noodles, curry e zuppe, biscotti e tofu proteico, fino alle bevande a base di latte con aggiunta di proteine. Supermercati e konbini riportano sempre almeno un cartello con la scritta “proteine” (プロテイン) bene in evidenza e la varietà di prodotti per sugli scaffali è in continuo aumento. Alcuni punti vendita hanno registrato un aumento di almeno il doppio del volume di acquisto rispetto a 2 anni fa e 4 volte tanto se paragonato a 3 anni fa.
Secondo alcuni studi, le dimensioni del mercato dei prodotti proteici in Giappone- compresi gli integratori - ammontava nel 2021 a 220 miliardi di yen e una previsione di oltre 300 miliardi di yen per il 2025. Tale trend va di pari passo con un sempre maggiore interesse per l’esercizio fisico e lo sport: nel 2022 un’indagine condotta dal governo metropolitano di Tokyo ha stabilito che il 65,9% della popolazione si allena almeno una volta alla settimana. Di conseguenza, lo sviluppo di materiali e prodotti per la nutrizione sportiva è in piena attività.
Il boom delle proteine, partito all’incirca nel 2015, è esploso ulteriormente dopo la pandemia e ha superato quello che in precedenza vedeva una maggiore attenzione del cliente verso prodotti a basso contenuto di calore e di fibre alimentari. Questo anche perchè lo proteine sembrano avere una funzione anche immunitaria dell'organismo (con un consumo ovviamente moderato), propedeutica alla perdita di peso e di prevenzione della sarcopenia (processo di invecchiamento), un aspetto quest’ultimo a cui i giapponesi prestano molta attenzione.
I prodotti a base di cioccolato sono i più comuni nella categoria, ma sono disponibili anche granola, biscotti, pasta e persino salsicce. Possono essere conservati a temperatura ambiente e sono leggeri, quindi facili da trasportare. Sono popolari tra i giovani perché possono essere mangiati con una mano sola, senza sporcarsi le mani e mentre si utilizza il proprio smartphone. Nei konbini, i prodotti che vanno per la maggiore sono barretta di tofu e di pollo da consumare come spuntino o pasto rapido.
Tenere in considerazione queste tendenze permette anche alle aziende italiane dell’F&B interessate al mercato locale di proporre prodotto ad hoc e con uno storytelling pensato per le aspettative e la ricerca del consumatore giapponese.
Si è concluso lo scorso 8 marzo il FOODEX Japan, dove il Padiglione Italia, il più grande dei padiglioni esteri, è riuscito a crescere ancora piú dello scorso anno, con circa 190 aziende italiane che hanno esposto i loro prodotti di punta. Tra le varie categorie, in crescita le linee bio e senza glutine per i prodotti alimentari tipici italiani come l'olio d'oliva, il vino, la pasta e i formaggi. Da notare anche una buona varietà di balsamici e tartufi, ma anche panettoni e prodotti ittici.
Oggi andiamo a vedere insieme l'andamento di uno dei nostri settori di punta dell'export e fortemente presente anche a Foodex Japan con uno spazio speciale: i formaggi. Codice HS 04.06, per la categoria generale “Cheese and curd”
Tra i paesi europei, l’export italiano di formaggi verso il Giappone ha un ottimo posizionamento e registra un continuo aumento, con una crescita nel confronto tra il 2019 e il 2023 del +47%.
Crescita piú moderata invece per la produzione casearia francese: ad oggi il Giappone importa piú formaggi italiani rispetto a quelli francesi, sia in valore che in volume. Nel 2023 ha importato 11.541 tonnellate (15,7 miliardi di yen) dall'Italia, contro le 9.665 tonnellate (10,4 miliardi di yen) dalla Francia.
Rispetto ai principali competitor internazionali presenti sul mercato giapponese (Francia, Nuova Zelanda, Australia, Paesi Bassi, USA, Germania e Danimarca), l’Italia ha prezzi nettamente superiori motivati dall’elevato profilo qualitativo delle nostre produzioni.
Ad esempio, nel confronto con l'export tedesco in Giappone, l'Italia registra un prezzo medio all’import a piú del doppio.
Pur tenendo presente che il Giappone rimane un mercato piuttosto contenuto in termini assoluti di consumo se confrontato con i mercati occidentali, al tempo stesso questi dati in continua crescita (non solo per l'Italia ma anche per gli altri principali paesi produttori) ci confermano che è anche uno dei mercati-chiave sui quali investire per l’espansione internazionale dei prodotti lattiero-caseari.
Il Giappone sta vivendo una notevole trasformazione culinaria con l'esplosione dell'interesse per il vegetarianesimo e il veganismo, segnando un cambiamento significativo nel paesaggio gastronomico. Questa evoluzione riflette una crescente consapevolezza sulla sostenibilità, la salute e il benessere animale, che si riflette sia nel mercato alimentare che nell'offerta dei ristoranti.
Il Mercato in Crescita e l'Offerta Gastronomica:
Negli ultimi cinque anni, il mercato dei prodotti vegetariani e vegani in Giappone ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 20% annuale nelle vendite di alternative vegetali come tofu e seitan. Questa tendenza è evidente anche nei ristoranti, con sempre più locali a Tokyo, Kyoto e altre città che ampliano i loro menu per includere opzioni senza carne. Luoghi come VegeDelight a Tokyo, GreenHarmony a Kyoto, e TofuTemple a Osaka, sono esempi di ristoranti che offrono piatti vegani e vegetariani deliziosi e creativi.
Numeri in Aumento e Innovazione Produttiva:
La ricerca di parole chiave come "vegetariano" e "vegano" su piattaforme online ha evidenziato un aumento del 30% nei ristoranti che offrono opzioni senza carne negli ultimi due anni. Questo adattamento alle preferenze alimentari in evoluzione è accompagnato da un'innovazione crescente nei prodotti alimentari nei supermercati giapponesi. Sostituti vegetali per latticini, carne e uova stanno diventando sempre più popolari, con aziende locali come MiyagiOrganics e Eden Farms che producono alimenti biologici e vegetariani. Anche aziende internazionali, come BeyondMeat Japan e Oatly Japan, hanno conquistato il mercato con le loro alternative senza carne e prodotti a base di avena.
Consapevolezza Sociale e Impatto Culturale:
Questo cambiamento nelle abitudini alimentari rispecchia una crescente consapevolezza sociale, evidenziata da eventi e iniziative legati al vegetarianesimo e al veganismo in tutto il Paese. Il Giappone, rinomato per la sua ricca tradizione culinaria, sta abbracciando una nuova era culinaria in cui il vegetarianesimo e il veganismo non sono più considerati nicchie di nicchia, ma stili di vita adottati da una crescente parte della popolazione.
Questa rivoluzione verde non solo risponde alle esigenze di una clientela più consapevole, ma apre anche nuove opportunità di business e spinge l'innovazione nel settore alimentare, contribuendo a una maggiore diversità e sostenibilità nella cultura gastronomica giapponese.
Il Giappone rilancia la sua sfida nel settore dei semiconduttori con un piano da 62 miliardi di euro, una mossa strategica per riconquistare un ruolo di primo piano nella catena di approvvigionamento globale di chip. La pandemia di COVID-19, le tensioni USA-Cina e le recenti minacce di Pechino su Taiwan hanno infatti evidenziato la fragilità di questo sistema, con carenze che hanno colpito diversi settori industriali. Il Paese del Sol Levante vuole quindi ridurre la sua dipendenza da altri paesi per questo prodotto strategico, che rappresenta il cuore pulsante dell'economia moderna. Il piano del governo giapponese si articola su tre pilastri principali:
Investimenti in nuovi stabilimenti e tecnologie di produzione:
TSMC: il gigante taiwanese dei semiconduttori ha inaugurato il suo primo stabilimento in Giappone a Kumamoto nel 2024. La fabbrica, con un investimento di 8 miliardi di dollari, produrrà chip di ultima generazione per aziende come Sony e Renesas.
Sony e Renesas: le due aziende giapponesi hanno annunciato la costruzione di un nuovo stabilimento di semiconduttori a Nagasaki. L'impianto, che costerà circa 5 miliardi di dollari, inizierà la produzione nel 2025 e si concentrerà su chip per l'automotive e l'industria dei sensori.
GlobalFoundries: l'azienda americana di semiconduttori ha annunciato un piano di espansione del suo stabilimento di Aizu in Giappone. L'investimento da 1 miliardo di dollari aumenterà la capacità produttiva di chip per l'industria automobilistica e dei dispositivi mobili.
Ricerca e sviluppo per l'innovazione:
Il governo giapponese ha stanziato 500 miliardi di yen (circa 4 miliardi di euro) per la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per i semiconduttori.L'obiettivo è quello di sviluppare chip più efficienti e a basso costo, e di rafforzare la leadership del Giappone nel settore.Università e aziende giapponesi stanno collaborando a nuovi progetti di ricerca, come L'Università di Tokyo a lavoro su nuovi materiali per chip più efficienti
Formazione di nuovi ingegneri qualificati:
La carenza globale di ingegneri qualificati nel settore dei semiconduttori rappresenta un ostacolo significativo per il Giappone. Il governo sta investendo nella formazione di nuovi talenti attraverso programmi di borse di studio e corsi di perfezionamento.
Il piano del governo giapponese è ambizioso, ma non privo di sfide. La concorrenza con altri paesi, come la Cina e la Corea del Sud, è molto alta. Inoltre, il costo elevato della produzione di semiconduttori rappresenta un altro ostacolo per il Giappone. Il successo del piano dipenderà dalla capacità del Giappone di superare queste sfide e di realizzare la sua ambiziosa visione di rinascita nel settore dei semiconduttori. La rinascita del Giappone in questo settore strategico avrà un impatto significativo non solo sull'economia del Paese, ma anche sulla sua sicurezza nazionale e sulla sua posizione nel panorama geopolitico globale. Il piano del governo rappresenta un passo coraggioso verso un futuro più indipendente e sicuro per il Giappone.
Negli ultimi anni, il Giappone ha sperimentato una crescita vertiginosa del turismo, con cifre che si avvicinano ai livelli pre-pandemia e oltrepassano di gran lunga i numeri del decennio scorso. Nel 2023, il paese ha registrato la visita di 25 milioni di turisti, quasi 20 milioni in più rispetto al 2010. Questo boom turistico, se da un lato porta benefici economici e culturali, dall'altro pone enormi sfide per le amministrazioni locali.
Le città più celebri come Kyoto, Tokyo e Hiroshima hanno visto un incremento significativo dei flussi turistici, che ha portato con sé una serie di problemi critici. L'incremento del turismo ha innescato un impatto devastante sull'ambiente, con un aumento del 20% nella produzione di rifiuti nelle principali città turistiche. A ciò si aggiungono le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti, con un aumento del 15% a Kyoto, e i danni inflitti ai siti storici e culturali a causa del sovraffollamento.
Le infrastrutture turistiche, non preparate per gestire un afflusso così massiccio di visitatori, hanno subito notevoli pressioni. Il tasso di occupazione degli hotel nelle città principali è aumentato del 35%, provocando un incremento del 50% nei prezzi delle camere e una diminuzione del 20% della disponibilità di alloggi.
Le autorità locali, conscie della gravità della situazione, stanno cercando di intervenire con sanzioni e divieti. A partire da aprile, per esempio, sarà vietato l'accesso alle stradine private di Gion, il quartiere delle geisha a Kyoto, nella speranza di alleviare la pressione turistica su queste aree sensibili. Inoltre, per limitare l'afflusso di escursionisti sul Monte Fuji durante l'estate, sarà introdotta una tassa per accedere ai sentieri più frequentati, minacciati dal proliferare di rifiuti e dalla pressione sui servizi igienici.
Il governo di Tokyo sta anche cercando di promuovere mete turistiche meno gettonate, come Hokkaido e Okinawa, per ridurre la congestione nelle destinazioni più popolari. Tuttavia, il problema non è solo di numeri. Gli abitanti locali lamentano la maleducazione e il mancato rispetto dell'etichetta da parte dei visitatori stranieri, che mettono a rischio la qualità della vita e la tranquillità delle comunità.
Per affrontare queste sfide in modo efficace, è essenziale un approccio olistico che comprenda misure per la gestione sostenibile del turismo, l'educazione dei visitatori e il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Solo così il Giappone potrà continuare a beneficiare dei vantaggi del turismo senza compromettere il suo patrimonio naturale, culturale e sociale.
Quando si dice cucina giapponese pensiamo a sushi e sake. Proprio il sake, la bevanda alcolica giapponese per eccellenza, in Giappone è da sempre stato un prodotto principalmente per il mercato di massa. Tuttavia, in risposta al crescente mercato del lusso a livello globale e al più sempre forte inbound di turisti stranieri, i nuovi produttori stanno pian piano rivoluzionando il settore, mirando a clienti di alto livello, sia in Giappone che all'estero, suggerendo l'emergere di un potenziale nuovo settore del lusso giapponese.
Ovviamente da sempre buona parte dei produttori di sake hanno avuto linee di prodotti premium, ma il loro branding e marketing erano spesso carenti. Sola ora, con la sempre maggiore attenzione globale verso il Giappone e la sua cultura è arrivata la spinta a diversificarsi e a trasformare il sake premium in marchi di lusso.
Lo yen estremamente debole, vantaggioso per l’export giapponese, potrebbe aver dato una ulteriore spinta a questo processo di re-branding del sake.
Questa rinascita e riposizionamento di un classico bene di consumo giapponese potrebbe portare a nuove opportunità anche per le aziende italiane. L’importante è essere apertri a valutare nuove via di collaborazione, a pensare e a “creare” fuori dagli schemi classici.
Un esempio interessante di collaborazione è quello di Iwa Sake, creato da Richard Geoffroy, ex chef de cave di Dom Pérignon, in collaborazione con Ryuichiro Masuda. Hanno costruito una moderna fabbrica di sake a Tateyama, che ha trasformato l'area in una destinazione turistica. Il loro sake Iwa5 è venduto in sei paesi asiatici, Australia, Germania e USA a circa 26,000 yen per 720 ml.
Sebbene sia ancora agli inizi, la voglia di espansione e di rafforzamento internazionale delle distillerie giapponesi potrebbe portare opportunità nuove quali collaborazioni a eventi di alto profilo e azioni di co-branding con marchi di lusso. Questo approccio di marketing e branding per trasformare i prodotti tradizionali in prodotti di lusso potrebbe a breve espandarsi anche ad altri beni e settori giapponesi. Da tenere quindi d’occhio le evoluzioni di questo Giappone che ha voglia (e neccesità) di riposizionarsi.
Da mercoledì 3 luglio, i portafogli e le tasche dei giapponesi si sono riempiti di banconote nuove di zecca. Non si è trattato di un improvviso bonus salariale, bensì di un restyling (il primo degli ultimi 20 anni) per i tagli da 1,000, 5,000 e 10,000 yen. Le banconote ora presentano un nuovo design, nuove misure per combattere la contraffazione e soprattutto il volto di nuovi personaggi storici stampato su di esse.
Dunque, chi sono i nuovi volti scelti? Sulla nuova banconota da 1,000 yen, il batteriologo Hideyo Noguchi lascia il posto al collega Shibasaburo Kitasato, fondatore del dipartimento di medicina dell'Università Keio e in seguito Presidente dell'attuale Japan Medical Association. Il nuovo volto per la banconota da 5,000 yen è quello di Umeko Tsuda, educatrice dell'epoca Meiji (1868 - 1912) e una delle prime donne ad aver studiato all'estero. Prende il posto della scrittrice Ichiyo Higuchi, anch'essa in attività nella stessa epoca. Infine, sulla banconota da 10,000 yen, Fukuzawa Yukichi, filosofo, scrittore e samurai dell'epoca Meiji, lascia il posto a Eiichi Shibusawa, considerato il padre del capitalismo giapponese. Sul retro, si trovano rispettivamente la "Grande Onda" del pittore Hokusai, i fiori di glicine e il famoso palazzo di mattoni rossi della Tokyo Station.
Il rilascio delle nuove banconote arriva nel mezzo di un processo di transizione verso una società cashless che negli ultimi cinque anni sembra aver preso piede in Giappone, sebbene con notevole ritardo rispetto ai propri vicini asiatici o ad altri paesi come Stati Uniti, Germania e Svezia. Il governo giapponese aveva sì tracciato la rotta verso questo tipo di transizione, impostando l'EXPO Osaka 2025 come il primo Expo nella storia a proibire l'uso di contanti, ma la rivoluzione cashless si è rivelata molto più rapida del previsto. Se il governo aveva fissato come target entro il 2025 che il 40% delle transazioni fosse di natura digitale, le previsioni si sono rivelate ben più rosee del previsto con la percentuale che ha raggiunto il 39.3% già durante il 2023.
Il governo giapponese e la Bank of Japan intendono stampare 7.48 miliardi di nuove banconote entro marzo 2025. Del resto, la fiducia verso i contanti rimane ancora alta fra i giapponesi, soprattutto fra i cittadini più anziani e con meno dimestichezza verso le nuove modalità di pagamento cashless. Allo stesso tempo, l'entusiasmo verso l'introduzione delle nuove banconote è alto, come dimostrano i numerosi eventi tenutisi per preparare il pubblico all'imminente lancio. E mentre le stazioni dei treni, gli autobus e gli operatori di distributori automatici si affrettano a ricalibrare i loro macchinari affinché siano in grado di leggere i nuovi volti e i nuovi design delle banconote, sarà interessante capire come il Giappone, proiettato sì verso una società con sempre meno contanti ma da sempre molto fedele alla carta, affronterà questa novità.
Immaginate una pubblicità che non solo cattura la vostra attenzione, ma vi fa venire i brividi. Letteralmente. Benvenuti nel mondo dell'ASMR, l'ultima frontiera del marketing sensoriale che anche in Giappone sta rivoluzionando il mondo di pubblicità, social media e contenuti online.
Questo fenomeno, acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, o Risposta Sensoriale Meridiana Autonoma, è capace di suscitare formicolii e brividi di piacere nell'audience utilizzando stimoli sonori e visivi come sussurri, fruscii, suoni di masticazione e simili. Negli ultimi anni, l'ASMR è passato da curiosità di nicchia a potente strumento di marketing, conquistando milioni di visualizzazioni su YouTube, Instagram e TikTok, e influenzando campagne pubblicitarie di brand globali.
Sempre più aziende stanno scoprendo il potere dell'ASMR come catalizzatore per le vendite Lo scorso marzo, le caramelle gommose "Shine Muscat Bonbon", proposte in edizione limitata presso i negozi Family Mart, sono diventate introvabili dopo appena una settimana dalla comparsa sugli scaffali, generando lo stupore del produttore stesso. Il motivo di questo boom di vendite? Migliaia di video sui social incentrati sul suono e sulla sensazione generata dal masticare questi bon bon, che hanno un guscio di caramella croccante all'esterno e uno sciroppo liquido al suo interno. Nel 2023 KFC Japan, il colosso del pollo fritto, ha incentrato sull'ASMR intere campagne pubblicitarie. E' il caso del "Paripari Chicken", il nuovo prodotto lanciato sul mercato nell'aprile 2023, il cui nome stesso richiama l'onomatopea giapponese del suono provocato quando si mastica qualcosa di croccante. I banner pubblicitari raffiguravano una ragazza intenta a mordere il pollo con al suo fianco due microfoni da studio di registrazione.
Ma cosa dice la scienza? Uno studio da parte della Kyorin University ha dimostrato che sentire il suono di croccantezza non solo aumenta il flusso di sangue al cervello e la salivazione, ma favorisce anche la nostra consapevolezza verso sensazioni come fame e positività. Altri studi hanno dimostrato perfino la correlazione fra ASMR ed effetti benefici sulla salute, con come risultati una riduzione dello stress e un miglioramento dell'umore. Insomma, l'ASMR piace ai consumatori e pare che faccia persino bene. Con il supporto della ricerca scientifica che ne conferma gli effetti fisiologici, l'ASMR si profila come una tendenza destinata a durare e a evolversi nel panorama del marketing giapponese e globale.
Il settore della salute e bellezza in Giappone sta vivendo una trasformazione significativa, trainata dall'evoluzione dei drugstore, che si stanno affermando come un punto di riferimento per i consumatori alla ricerca non solo di farmaci, ma anche di alimenti salutistici e prodotti di largo consumo (FMCG). Questa strategia ibrida, che combina salute e alimentazione, sta rafforzando la posizione dei drugstore nel competitivo panorama della vendita al dettaglio giapponese.
Negli ultimi anni, le vendite di prodotti salute e bellezza si sono estese anche ad altri formati di vendita, come supermercati e centri per la casa, alimentando una concorrenza sempre più serrata. Nonostante ciò, i drugstore hanno registrato una crescita costante nell'ultimo decennio, con un incremento del 50% dal 2015 al 2023, sebbene la pandemia abbia temporaneamente rallentato questo trend positivo.
Tuttavia, la quota di mercato dei drugstore nel settore salute e bellezza è scesa dal 64% nel 2018-2019 al 47,1% nel 2022, a causa dell'espansione di queste categorie anche in altri canali di vendita. Nonostante i cambiamenti, i drugstore hanno saputo reagire, segnando un tasso di crescita dell'8,9% nel 2023, il più alto dal 2015.
L'anno scorso, le vendite totali di prodotti medicali, salute e bellezza in Giappone sono cresciute del 5,8% rispetto all'anno precedente, con i drugstore (esclusi i prodotti da prescrizione) che hanno rappresentato il 48,5% del totale. Questo dato sottolinea come i drugstore siano stati il segmento di vendita al dettaglio con la crescita più rapida.
Un altro elemento di successo è l'espansione della gamma di prodotti alimentari, che ora rappresenta il 32,4% delle vendite totali dei drugstore. Questo ampliamento sta mettendo sotto pressione altri formati di vendita, in particolare i supermercati e i convenience stores (conbini), poiché i drugstore offrono un'esperienza di shopping completa, particolarmente apprezzata dalla popolazione anziana del Giappone.
L'espansione geografica delle catene di drugstore è un altro fattore chiave della loro ascesa. Grandi gruppi come Tsuruha Group e Welcia dominano il mercato a livello nazionale e le operazioni di acquisizione e fusione (M&A) continuano a essere una tendenza rilevante, con le grandi catene che inglobano i piccoli rivenditori indipendenti.
In sintesi, i drugstore stanno diventando protagonisti del cambiamento nel settore della vendita al dettaglio giapponese. La loro importanza è destinata a crescere nei prossimi anni, con un mercato sempre più concentrato e una competizione accesa con altri formati di vendita al dettaglio.
C'è un'app che sta velocemente prendendo piede fra il pubblico giapponese. Si chiama BeReal, è nata nel 2020, e nei Paesi occidentali ha fatto il boom nel 2022 con oltre 56 milioni di download, diventando nell'estate 2022 l'app più scaricata dall'Apple Store negli Stati Uniti. In Giappone, l'app ha cominciato a guadagnare popolarità a inizio 2023. Da allora, ha visto una crescita costante, fino a raggiungere il primo posto nella classifica di trend più popolari della Gen Z nel mese di settembre e il titolo di app social più "hot" del 2024.
Il concetto alla base di BeReal è semplice: rendere i social media più autentici. Una volta al giorno, in un momento casuale, l'app invia all'utente una notifica per pubblicare una foto. Gli utenti hanno 2 minuti per scattare un'immagine utilizzando entrambe le fotocamere dello smartphone, senza filtri o editing. Non è possibile pubblicare più di una foto al giorno e la visibilità è limitata agli amici dell'utente. In sostanza, BeReal elimina followers, likes, pubblicità, filtri e post multipli giornalieri, contrastando le tendenze degli altri social media degli ultimi anni.
Ma perché il pubblico giapponese apprezza un'app con così tante limitazioni? Sembra che proprio l'assenza di competizione e la mancanza di pressione per soddisfare standard elevati di bellezza o numero di likes siano i principali fattori di attrazione, specialmente per la Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012), che rappresenta la maggioranza degli utenti di BeReal - ben il 97% ha tra i 14 e i 27 anni.
Mentre in Giappone BeReal è in piena ascesa, nei Paesi occidentali ha raggiunto l'apice nell'estate 2022, per poi subire un rapido declino: il numero di utenti giornalieri è passato da 20 milioni nell'ottobre 2022 a 10.4 milioni nel febbraio 2023. L'acquisizione di BeReal da parte dell'azienda tech Voodoo per 500 milioni di Euro a giugno di quest'anno ha portato all'introduzione di nuove funzionalità, tra cui account ufficiali per brand e celebrità e l'inserimento di pubblicità, che appariranno come foto condivise dagli amici sull'app. Il sito ufficiale dell'app ora include una pagina dedicata alla creazione di annunci pubblicitari, sottolineando come BeReal sia l'app utilizzata quotidianamente dalla Gen Z, un target ideale per tantissimi brand.
L'assenza di pubblicità era uno dei principi fondamentali di BeReal e uno dei motivi del suo rapido successo, prima in Occidente e più recentemente in Giappone. Con questo cambio di rotta, BeReal sembra allinearsi inevitabilmente alle formule proposte dagli altri social media. Sarà interessante osservare se l'introduzione della pubblicità riuscirà a rendere l'app economicamente sostenibile, mantenendo al contempo quella identità unica che aveva cercato di sovvertire le convenzioni dei social media e catturato l'attenzione di così tanti utenti.
Negli ultimi mesi, il Giappone sta affrontando una significativa impennata dei prezzi alimentari, influenzata in gran parte dalla debolezza dello yen e dall’aumento dei costi delle materie prime.
A ottobre 2024, i prezzi di quasi 3.000 prodotti alimentari sono destinati a salire, il numero più alto registrato finora quest'anno. Tra i settori più colpiti ci sono le bevande alcoliche, i cibi processati come salsicce e prosciutti, ma anche gli snack a base di cioccolato, resi più costosi dalle difficoltà di approvvigionamento del cacao.
L’indebolimento dello yen ha avuto un impatto diretto sui costi di importazione, rendendo più costosi anche beni di uso quotidiano come medicinali, energia e spedizioni postali.
Il mercato giapponese, che è anche fortemente dipendente dalla produzione nazionale per alcuni settori come quello del riso, sta risentendo anche della scarsità di questo alimento chiave. Sebbene la produzione di riso in Giappone sia rimasta stabile, la politica di riduzione delle superfici coltivate adottata per mantenere i prezzi interni alti ha contribuito ad aggravare la situazione. Mentre la maggior parte delle nazioni ha smesso di adottare misure di riduzione delle coltivazioni, il Giappone ha continuato a farlo per oltre 50 anni e questo ha portato a una diminuzione delle riserve interne, rendendo difficile rispondere a picchi improvvisi di domanda.
E' interessante notare come l'interazione del Giappone con il mercato internazionale sia limitata per prodotti come il riso, quasi totalmente prodotto a livello nazionale. Al contrario, il settore delle importazioni è più esposto alle fluttuazioni dello yen, generando un effetto domino sui costi di produzione e sul prezzo finale al consumatore. La combinazione di una moneta debole e di politiche agricole restrittive sta portando il Giappone a un periodo di forte pressione sui prezzi, con impatti evidenti non solo per il mercato interno ma anche per le potenziali opportunità di scambi commerciali con l’estero.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Giappone)
L'aviazione commerciale continua a scommettere sull'innovazione e il dinamismo per avanzare in Brasile. Oggi il paese è il secondo maggior mercato mondiale dell'aviazione nel settore, dietro solo gli Stati Uniti, secondo i dati dell’Associazione Brasiliana di Trasporto Aereo in Generale (ABAG).
Una delle aziende che spiccano sul panorama nazionale è la Líder Aviação, che a 65 anni di fondazione continua ad espandere la sua visione strategica sul segmento. Con origini in taxi aereo, il gruppo ha ampliato il suo portfoglio di servizi, che ha portato a un fatturato impressionante di R $ 1,2 miliardi lo scorso anno.
Oltre al noleggio, Líder Aviação continua a incorporare altre opzioni nel suo portafoglio, come i servizi aeroportuali, le vendite e l'acquisizione di aeromobili, la manutenzione e il noleggio di elicotteri di grandi dimensioni focalizzati sul settore petrolifero e del gas.
L'obiettivo, secondo il direttore soprintendente di Líder Aviação, Bruna Assumpção, è quello di soddisfare il più possibile le esigenze dei clienti, che di solito iniziano il viaggio a noleggio e poi passare gli altri servizi.
Minas Gerais continua ad accumulare risultati positivi nelle relazioni commerciali con il mercato internazionale nel 2024. Tra gennaio e settembre, le esportazioni minerarie sono ammontate a 31,6 miliardi di dollari, con un aumento del 5,5% rispetto ai primi nove mesi del 2023. I dati provengono dalla Segreteria del Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (Secex/MDIC).
Considerando l'intero flusso commerciale, cioè la somma delle operazioni di importazione e esportazione, il Minas Gerais ha rappresentato 44 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2024. La bilancia commerciale dello stato ha chiuso in attivo a US$ 19,1 miliardi, in crescita del 4,6% rispetto allo stesso intervallo del 2023.
"Dall'inizio della mia gestione, abbiamo promosso diverse azioni e politiche pubbliche per rafforzare le attività con altri paesi. Non a caso, nell'ultimo mese di settembre, Minas ha occupato il secondo posto come principale esportatore del paese, un riflesso di lavoro serio e focalizzato sulla generazione di opportunità commerciali per lo stato", dice il Governatore Romeu Zema.
"La nostra quota nelle esportazioni brasiliane il mese scorso era più di 11,9%. Questo risultato è un riflesso del lavoro che si sta facendo nel governo di Zema, con la promozione internazionale dei prodotti minerari in diverse Ambasciate e Consolati Brasiliani all'Estero", spiega il segretario dello Stato per lo Sviluppo Economico di Minas Gerais, Fernando Passalio.
Secondo il segretario, "questo risultato è un riflesso del lavoro svolto dal Governo di Minas Gerais, stabilire e consolidare le relazioni per la promozione internazionale dei prodotti minerari in diverse Ambasciate Brasiliane e Consolati all’Estero".
Il settore minerario del Minas Gerais ha generato R $ 23,4 miliardi tra luglio e settembre, raggiungendo R $ 78,4 miliardi nel 2024 accumulato. Lo stato ha rappresentato il 41,3% delle entrate nazionali nel trimestre, in testa alla classifica della partecipazione statale. In Brasile, la cifra fatturata dalle società minerarie era R $ 56,7 miliardi negli ultimi tre mesi, accumulando R $ 186 miliardi nell'anno.
I dati sono stati rilasciati mercoledì (16) dal Brazilian Mining Institute (Ibram).
Il direttore di sostenibilità e affari normativi a Ibram, Júlio Nery, spiega che il risultato minerario nel trimestre è stato il risultato di due fattori: miglioramenti in esercizio e la mancanza di piogge.
"Quello che vediamo nelle relazioni delle aziende sono miglioramenti operativi in corso e completati quest'anno. Vi sono stati miglioramenti e un aumento molto significativo in termini di produzione", ha detto, citando che non c'è stata l'entrata di nuovi progetti o espansioni.
"Dobbiamo considerare anche che nel terzo trimestre di solito abbiamo un effetto pioggia in settembre che danneggia un po’, ma quest'anno non è stato così. Le miniere di ferro sono per lo più a cielo aperto, quindi hanno lavorato normalmente senza problemi significativi e hanno comunque beneficiato dei miglioramenti operativi" ha aggiunto.
Data la sospensione della piattaforma dell'Agenzia Nazionale delle Miniere (ANM) nel 2023, l'entità non dispone dei valori di fatturazione per stato nel terzo trimestre dello scorso anno a fini comparativi. La quantità brasiliana, tuttavia, è aumentato del 5% in questo confronto.
Belo Horizonte si classifica ottavo tra le capitali brasiliane nell’Indice di Sviluppo Potenziale dell’Economia Creativa (IDpec), preparato dalla Scuola superiore di propaganda e marketing (ESPM). Tuttavia, la capitale di Minas Gerais è scesa due posizioni nella classifica generale rispetto al 2019, da 0,67 a 0,62.
La ricerca ha utilizzato il metodo min-max per confrontare le città su una scala da 0 a 1 e stimare il potenziale delle 26 capitali brasiliane e del Distretto Federale di crescere economicamente sulla base di imprese legate alla cosiddetta Economia Creativa.
L'indice funziona con dati degli ultimi otto anni. Florianópolis, capitale di Santa Catarina, appare al primo posto. Ultimo, è Cuiabá, da Mato Grosso.
Secondo il coordinatore del programma di laurea in Economia creativa, strategia e innovazione presso ESPM, João Luiz de Figueiredo, lo strumento può aiutare nella pianificazione delle politiche pubbliche, per aiutare le città brasiliane a prepararsi a prendere l'iniziativa nel settore dell'economia creativa e a fare della regione uno dei suoi principali motori di crescita.
Per quanto riguarda Belo Horizonte, dice che la capitale ha un'economia creativa forte e sviluppata, che svolge un ruolo importante nella dinamica economica della città. "L'IDpec sta quindi individuando come sviluppare meglio questo aspetto in futuro. Come se avessimo identificato che alcune condizioni stanno frenando il miglior sviluppo del l'economia creativa della città", spiega.
Il coordinatore del programma afferma inoltre che questo non è un indice per misurare quale città ha la più grande economia creativa al momento. In effetti, lo strumento identifica la città che presenta le condizioni migliori per sviluppare questa economia.
È un'economia che presenta sempre più un ruolo decisivo ed è diventata un differenziale nel mondo globalizzato. Recente studio della Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI), mostra che le aziende legate all'economia creativa dovrebbero creare 1 milione di posti di lavoro aggiuntivi in Brasile entro il 2030. Nel mondo, secondo l'UNESCO, l'economia creativa genera un reddito annuo di 2,2 miliardi di dollari per i professionisti coinvolti nelle loro attività.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
L’inflazione di base - indice dei prezzi dei beni di consumo che non comprende gli alimenti, i carburanti e le energie - a settembre è arrivato al 4,3%, invece in agosto era del 3,7% - ha informato la Banca Nazionale di Polonia. Non è stata una sorpresa perché gli economisti avevano già avvertito che a settembre ci sarebbe stato un aumento notevole dell’inflazione di base. Bisogna ricordare che questa misura dell’inflazione sta costantemente superando la deviazione accettabile del 2,5% dell’obiettivo di inflazione della Banca Nazionale di Polonia. Per l’ultima volta, l’inflazione era entro questi limiti in ottobre 2019. Dopo aver escluso i prezzi amministrativi (quelli che sono sotto il controllo statale) l’inflazione era pari al 3,4% rispetto al 2,9% registrato un mese prima. Dopo l’esclusione dei prezzi più variabili l’inflazione era pari al 5,3% rispetto al 4,8% registrato nel mese precedente. La cosiddetta riduzione media del 15% che elimina l’impatto del 15% del prezzo di base con la dinamica più bassa e più alta pari al 4,4% invece un mese prima è stato registrato il 4,0%. Secondo i dati della Banca Nazionale di Polonia è risaputo che già da parecchi mesi c'è l'aumento di tutti i tassi d’inflazione. Sta accelerando la dinamica del “vasto” CPI, dell’inflazione di base e anche aumentano i prezzi senza controllo di governo. L’inflazione CPI dopo l’esclusione dei prezzi amministrativi a settembre è ammontata al 3,4% rispetto al 2,9% registrato in agosto, al 2,8% registrato a luglio e al 2,5% a giugno. Questo indice è in aumento già da aprile. In teoria l’indice della tendenza al ribasso dell’inflazione è quello della misura dell’inflazione “interna” che deriva dalla forza della domanda interna, indirettamente controllata dalla politica monetaria della banca centrale. La Banca Nazionale di Polonia ogni mese calcola quattro indicatori dell’inflazione di base per comprendere meglio le cause e la caratteristica dell’inflazione in Polonia. L’indice CPI misura la variazione media dei prezzi di tutti i beni di consumo, invece gli indicatori dell’inflazione di base analizzano le variazioni dei prezzi nei diversi segmenti. L’indice “vasto” dell’inflazione al consumo (CPI) a settembre è salito del 4,9% su questo ha avuto impatto l'aumento delle tariffe di energia elettrica e di gas. Inoltre, si può osservare l’aumento radicale dei prezzi mentre è aumentato del 20% il salario minimo.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Nella stagione invernale entrante Ryanair introdurrà un nuovo collegamento da Katowice a Reggio Calabria e, per la prima volta durante l'inverno, offrirà voli per Alicante, Malta e Roma. Il direttore commerciale della compagnia, Jason McGuinness, ha annunciato che il vettore manterrà la base a Katowice con tre aerei operanti su voli regolari, mentre durante la stagione estiva il numero di aerei sale a otto, grazie ai voli charter. In totale, nel periodo invernale, Ryanair volerà su 13 rotte da Katowice. Sono previsti anche un aumento dei voli verso Atene. Quest'anno Ryanair prevede di trasportare da e verso Katowice 1,1 milioni di passeggeri, con un aumento del 22% rispetto all'anno precedente. La presenza della compagnia a Katowice sostiene circa 900 posti di lavoro e investimenti pari a 300 milioni di dollari. La base di Katowice, inaugurata nel 2019, sta ampliando la propria offerta, diventando una delle scelte più popolari per i passeggeri che utilizzano l'Aeroporto di Katowice, uno dei maggiori aeroporti regionali in Polonia. Nel 2023, l'aeroporto ha accolto 5,61 milioni di passeggeri, e le previsioni per il 2024 indicano un superamento dei 6 milioni di viaggiatori.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzeta Italia)
L'ultima edizione del Monitor del Mercato del Lavoro mostra i cambiamenti nel mercato del lavoro polacco in termini di rotazione dei dipendenti, soddisfazione lavorativa, rischio di perdita del lavoro e preferenze relative agli spostamenti verso l'ufficio. Il livello di rotazione dei dipendenti è attualmente inferiore rispetto agli anni precedenti, a causa della mancanza di offerte attraenti e delle minori possibilità di avanzamento. Negli ultimi sei mesi, il 18% dei dipendenti ha cambiato datore di lavoro e il 17% ha cambiato posizione all'interno della stessa azienda. La maggiore rotazione è stata registrata nella Polonia meridionale e centrale, specialmente nelle città più grandi. I cambiamenti riguardano principalmente i giovani lavoratori (18-29 anni) con contratti a tempo determinato e contratti di diritto civile, in particolare nei settori dei trasporti, della logistica, delle telecomunicazioni, dell'IT, delle costruzioni e del commercio. I principali motivi per il cambio del posto di lavoro sono il desiderio di sviluppo professionale (44%) e un salario più alto (42%). Il tempo medio di ricerca di un nuovo lavoro è attualmente di tre mesi. Cambiano lavoro più velocemente le persone impiegate nell'industria, nelle costruzioni e nella logistica. Le maggiori difficoltà nel trovare lavoro le hanno le donne di età compresa tra i 30 e i 39 anni che vivono in aree rurali, mentre i giovani uomini (18-29 anni) con istruzione di base provenienti da città di medie dimensioni trovano meno difficoltà. Il 74% degli intervistati è soddisfatto del proprio lavoro attuale, mentre solo il 7% è insoddisfatto. La massima soddisfazione è dichiarata dai lavoratori autonomi (85%). Nei vari settori, i lavoratori più soddisfatti si trovano nella sanità e assistenza sociale (88%), nelle telecomunicazioni e IT e nell'istruzione (87%). I lavoratori polacchi si sentono relativamente sicuri nel loro lavoro. Solo il 9% percepisce un alto rischio di perdere il lavoro, mentre il 27% non si preoccupa affatto. La maggior parte dei dipendenti si reca in ufficio in auto o con i mezzi pubblici, e uno su quattro in bicicletta. Il rapporto è basato su uno studio condotto dal 29 luglio al 7 agosto 2024 su un campione di 1000 persone.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Un anno dopo la vittoria di Donald Tusk, l'inflazione in Polonia è nuovamente aumentata, raggiungendo a settembre il livello più alto del 2024. I nuovi dati dell'Ufficio centrale di statistica (GUS) hanno confermato un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi di consumo dello 0,1% rispetto ad agosto, il che significa un aumento del 4,9% rispetto a settembre 2023. Nonostante l'aumento, l'inflazione è inferiore rispetto a un anno fa, quando era superiore all'8%. Nell'ultimo anno, i prezzi dei carburanti sono diminuiti dell'1,5% e quelli dell'abbigliamento e delle calzature dell'1,8%. Al contrario, i prezzi degli alimenti sono aumentati del 4,7% e i costi legati al mantenimento della casa e all'energia di quasi il 10%. Nel settore alimentare il maggiore aumento dei prezzi è stato registrato per il burro (20%), i succhi di frutta (10%), la frutta (8%), il pane, il vitello, le verdure e il tè (oltre il 5%). I prezzi della carne bovina e del pollame sono aumentati di circa il 4,9%. D'altro canto, i prezzi del riso, delle uova, della farina, del maiale e degli oli vegetali sono diminuiti, e lo zucchero è sceso addirittura del 26,7%. Gli aumenti dei prezzi dell'elettricità (21,2%) e del gas (17%) hanno avuto un impatto significativo sull'aumento dell'inflazione. I costi dell'approvvigionamento idrico per le abitazioni sono aumentati del 13%, e i servizi medici e dentistici sono diventati rispettivamente più costosi del 9,3% e dell'8,4%. Al contrario, i prezzi degli apparecchi audiovisivi, delle telecomunicazioni e degli elettrodomestici sono diminuiti rispettivamente del 9%, 14% e 2%. Anche il combustibile e le automobili sono diventati meno costosi, rispettivamente del 10% e del 7%. L'inflazione di settembre pone il governo in una situazione difficile, sebbene sia inferiore rispetto a un anno fa.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Introduzione
Il Brasile è considerato il più grande mercato dell’America Latina per l’olio d’oliva, posizionandosi come l'ottavo consumatore di olio d’oliva al mondo e il secondo importatore dopo gli Stati Uniti, rappresentando circa il 2,9% del consumo globale. Circa il 99% dell’olio d’oliva consumato in Brasile viene importato, rendendo il Paese sudamericano uno dei principali mercati mondiali per le aziende olearie. Tuttavia, esistono anche iniziative di produzione locale, soprattutto nello Stato del Rio Grande do Sul, ma queste soddisfano appena l’1% della domanda nazionale.
Negli ultimi anni, alcune tendenze hanno contribuito all’aumento delle vendite di olio d’oliva in Brasile: l'aumento delle vendite di prodotti salubri, con la pandemia, le restrizioni e i lockdown che hanno portato a un maggiore interesse per prodotti freschi, di qualità e minimamente lavorati; il crescente successo delle cucine mediterranee, in particolare quella italiana, sempre più apprezzate anche in Brasile; e l'interesse per prodotti biologici, vegetariani e vegani, soprattutto da parte dei consumatori della Generazione Z.
L’olio d’oliva, sebbene il più costoso tra gli oli vegetali, è percepito come il più sano e viene consumato principalmente dalle classi sociali medio-alte e dalle fasce d’età più giovani. Le prospettive per il futuro del mercato dell’olio d’oliva in Brasile sono molto incoraggianti, con una crescita annuale prevista 9,8% tra il 2021 e il 2025. Attualmente, i principali esportatori di olio d’oliva in Brasile sono Portogallo, Spagna, Argentina, Cile e Italia. Tuttavia, il Brasile consuma principalmente altri tipi di oli vegetali, come l’olio di soia, l’olio di girasole, l’olio di mais e l’olio di colza.
PRINCIPALI PAESI IMPORTATORI DI OLIO DI OLIVA: |
|
Questi paesi insieme costituiscono il 71% delle importazioni totali di olio d'oliva nel mondo. È interessante notare che gli Stati Uniti sono il principale importatore, seguiti da paesi europei come il Portogallo e la Germania. Le esportazioni dell’olio extra vergine di oliva sono un aspetto importante per l’Italia, che è uno dei principali produttori e esportatori di questo prezioso olio.
L’Italia esporta verso altre parti del mondo, come il Brasile, la Cina, il Medio Oriente e il bacino del Mediterraneo. L’olio extra vergine di oliva è un prodotto che ha un grande appeal nel mercato internazionale e rappresenta il made in Italy e la nostra cultura agroalimentare.
Per esportare olio d'oliva europeo in Brasile, è importante comprendere i dazi doganali e le procedure coinvolte.
DAZI DOGANALI |
Valori generali: I dazi doganali variano tra il 7% e il 35%. Stati specifici: Ad esempio, lo Stato di San Paolo applica il 18%, Rio de Janeiro il 19%, mentre altri stati applicano il 17%.
Contingenti tariffari preferenziali: In alcuni accordi commerciali, determinate quantità di merci possono essere importate a dazio ridotto o nullo in un periodo specifico. Questi contingenti sono comunemente presenti negli accordi preferenziali tra paesi o blocchi commerciali. |
VALUTAZIONE IN DOGANA |
La valutazione in dogana riguarda il calcolo del valore economico delle merci dichiarate all'ingresso alla frontiera. Questo valore è importante poiché i dazi doganali e l'IVA sono calcolati in percentuale sul valore delle merci. Per garantire la corretta classificazione delle merci, è possibile richiedere una decisione relativa a informazioni tariffarie vincolanti (ITV). |
(Contributo editoriale a cura dell’Ufficio Commerciale della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Introduzione
L'industria calzaturiera brasiliana, una componente chiave del settore manifatturiero nazionale, continua a rappresentare una forza significativa sia a livello locale che internazionale. Nel 2024, si prevede che la produzione di calzature in Brasile raggiungerà 857 milioni di paia, consolidando la sua posizione come quinto maggior produttore mondiale, dopo Cina, India, Vietnam e Indonesia.
Performance del 2023
Dopo un anno record nel 2022, il 2023 ha visto un calo nelle esportazioni e nella produzione di calzature brasiliane. Le vendite esterne hanno totalizzato 1,16 miliardi di dollari, con 118,34 milioni di paia esportate, segnando una diminuzione del 16,6% in volume e del 10,8% in ricavi rispetto all'anno precedente. Questo calo è stato influenzato da diversi fattori globali, tra cui il rallentamento economico negli Stati Uniti e in Europa, le alte tasse di interesse e l'inflazione record in questi mercati chiave.
Prospettive per il 2024
Nonostante il declino del 2023, le previsioni per il 2024 sono ottimistiche. L'Associazione Brasiliana delle Industrie Calzaturiere (Abicalçados) prevede un incremento significativo sia nella produzione che nelle esportazioni. L'industria dovrebbe produrre 857 milioni di paia di calzature, con esportazioni stimate in 125 milioni di paia. Questo posizionerà il Brasile come uno dei leader mondiali nel settore calzaturiero.
Mercati Obiettivo e Strategie di Internazionalizzazione
Per sostenere la crescita prevista, Abicalçados e l'Agenzia Brasiliana per la Promozione delle Esportazioni e degli Investimenti (ApexBrasil) hanno sviluppato un programma di internazionalizzazione del settore calzaturiero. Il piano per il biennio 2024/2025 si concentra su mercati strategici come Stati Uniti, Colombia, Cile, Emirati Arabi Uniti, Germania e Angola. Questi paesi sono stati scelti in base al loro storico di accettazione dei prodotti brasiliani e al loro potenziale di mercato.
Impatti dell'Economia Globale
Il rallentamento economico globale, l'alto tasso di interesse in Brasile e la rivalutazione del real rispetto al dollaro sono fattori che potrebbero influenzare le esportazioni. L'inflazione elevata nelle principali economie, l'aggiustamento delle scorte negli Stati Uniti e la ripresa della produzione cinese sono ulteriori elementi da considerare. La valorizzazione del real potrebbe ridurre la competitività dei prodotti brasiliani all'estero.
Consumo Interno
Il consumo interno di calzature dovrebbe crescere di oltre il 3% nel 2023, stimolando l'industria. Le vendite interne sono stimate tra 754 e 757 milioni di paia, rappresentando più dell'85% della produzione del settore. Tuttavia, questo consumo rimane del 7% inferiore ai livelli pre-pandemia.
Materiali e Produzione
La produzione brasiliana si distingue per l'uso di materiali come plastica e gomma, sebbene la loro quota sia diminuita dal 56,2% nel 2020 al 52,1% nel 2022. Invece, la produzione di calzature in pelle è aumentata, specialmente nello Stato del Rio Grande do Sul, noto per la produzione e l'esportazione di calzature in pelle.
Esportazioni per Stato
Il Rio Grande do Sul è stato il maggior esportatore di calzature brasiliane nel 2023, seguito dal Ceará e da San Paolo. Nonostante i cali nei volumi esportati, questi stati rimangono fondamentali per l'industria calzaturiera brasiliana.
Importazioni
Le importazioni di calzature sono cresciute del 20,6% nel 2023, con la maggior parte proveniente da paesi asiatici come Vietnam, Indonesia e Cina. Questo aumento delle importazioni rappresenta una sfida per i produttori locali, ma anche un'opportunità per migliorare la qualità e la competitività dei prodotti brasiliani.
Sintesi del Testo: Profilo del Consumatore di Lusso Brasiliano
Un'analisi condotta da Farfetch Limited ha delineato il profilo del consumatore di lusso brasiliano, evidenziando le tendenze e i comportamenti principali.
Gruppi Principali di Consumatori
Marche Preferite
I consumatori brasiliani di lusso tendono a preferire grandi case di moda europee come Dolce & Gabbana, Gucci e Prada.
Evoluzione delle Preferenze
Nel 2020, i consumatori si concentravano su prodotti atemporali, mentre dal 2021 hanno iniziato a interessarsi maggiormente ai nuovi lanci e alle tendenze delle marche.
Esperienza di Acquisto
I consumatori di lusso brasiliani cercano esperienze di acquisto esclusive, con un servizio personalizzato e umanizzato. Più del 40% desidera maggiore attenzione e cura da parte delle marche, sia online che offline.
Tendenze di Consumo Sostenibile
Il consumo sostenibile sta crescendo, specialmente tra le generazioni X, Millennials e Z, che sono più interessate all'origine e all'etica dei prodotti. Le marche rispondono evidenziando preoccupazioni sociali e ambientali.
Il rapporto annuale di Farfetch mostra che i prodotti sostenibili hanno una conversione del 10% superiore rispetto agli altri. Nel 2022, il 27% dei clienti di Farfetch ha acquistato almeno un prodotto sostenibile, in aumento rispetto al 16% del 2021.
Commento di Farfetch
Renato Guerra, vicepresidente Latam di Farfetch, sottolinea la diversità e l'evoluzione del mercato di lusso brasiliano, evidenziando che i consumatori sono sempre più attenti alle tendenze globali e alla sostenibilità, pur mantenendo un apprezzamento per il lusso tradizionale. Questa combinazione rende il Brasile un mercato interessante per le marche di lusso globali.
(A cura dell’Ufficio Commerciale della Camera di Commercio Italiana di San Paolo - ITALCAM)
L’era digitale ha fatto passi da gigante in Brasile, come rivelato dall’ultimo sondaggio DataReportal. Questo rapporto, intitolato “Digital Brazil 2024”, offre preziose informazioni sullo stato attuale del Paese nel panorama digitale, coprendo aspetti come l’accesso a Internet, l’uso di dispositivi mobili, il comportamento online e non solo. Con il 66,3% della popolazione brasiliana connessa a Internet, il Brasile segue da vicino la media di connettività globale. Questi dati rafforzano la crescente importanza di Internet nella vita quotidiana dei brasiliani ed evidenziano il potenziale di crescita delle strategie di marketing digitale.
(Fonte: e-commerce Brasil)
Programmi di sostenibilità e una maggiore efficacia sono le principali strade adottate
João Nakamura della CNN, a San Paolo | 15/10/2024
Secondo un sondaggio della Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI) e del Centro di Ricerca sull’Economia Circolare dell’Università di San Paolo (USP), pubblicato il 15 ottobre, l’85% delle industrie del Paese adotta pratiche di economia circolare nella propria catena di produzione.
Le pratiche di economia circolare sono quelle che cercano di ridurre gli sprechi sfruttando al massimo il potenziale di una determinata risorsa.
L’aspettativa è che questo tipo di approccio renda i processi più sostenibili e riduca l’impatto sull’ambiente. Secondo l’indagine, il 68% degli imprenditori del settore afferma che le misure hanno contribuito a ridurre le emissioni di gas serra.
“Significa meno emissioni di gas serra, minore estrazione di nuove risorse, migliore utilizzo dell’energia. Le aziende, quindi, riducono l’impronta carbonica dell’attività industriale ed evitano di aggravare altri problemi, come la riduzione della vita utile delle discariche”, valuta Roberto Muniz, direttore Relazioni Istituzionali della CNI.
Tra le industrie che adottano l’economia circolare, le iniziative più comuni sono la promozione di programmi di sostenibilità o l’implementazione di pratiche che aumentano l’efficacia dei processi. Una pratica più comune, come il riciclaggio, viene adottata in tre aziende su dieci.
“L’industria è un attore chiave nella transizione verso un’economia circolare e può contribuire ancora di più. Abbiamo promosso una gestione più efficiente delle risorse e la valorizzazione dei prodotti dalla loro nascita fino alla fine del loro ciclo di vita”, sottolinea il Sovrintendente all’Ambiente e Sostenibilità della CNI, Davi Bomtempo.
(Fonte: CNN Brasil)
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
PREMESSA
Il Sudafrica, una delle economie più sviluppate e diversificate del continente africano, rappresenta un mercato interessante per le aziende italiane del settore tessile e abbigliamento. La sua posizione strategica come hub commerciale per l'Africa sub-sahariana e la crescente domanda di prodotti di qualità offrono opportunità alle esportazioni italiane.
La distribuzione della ricchezza e i gruppi culturali di questo Paese, nota come la "nazione arcobaleno", sono elementi chiave per comprendere il panorama dei consumatori locali. Il Sudafrica è un’economia duale, con una netta divisione tra una piccola ma influente classe medio-alta e una vasta maggioranza con potere d’acquisto limitato. Questo dualismo economico si riflette anche nella struttura delle importazioni di beni di consumo, spesso dominate da grandi volumi di beni a basso costo e bassa qualità; prodotti che si contrappongono alle piccole nicchie di qualità e valore alti come il Made in Italy.
L'ACCORDO EPA
Nel 2016 è entrato in vigore l'Economic Partnership Agreement (EPA) tra l'Unione Europea e sei Stati membri della SADC (Sudafrica, Namibia, Lesotho, Botswana, Mozambico ed Eswatini). Questo accordo ha facilitato il commercio tra le due aree, ma con un’asimmetria che favorisce le esportazioni africane verso l’UE [1]. I Paesi della SADC possono proteggere i prodotti sensibili dalla piena liberalizzazione e, in caso di necessità, introdurre misure di salvaguardia per proteggere la loro produzione locale. Ad ogni modo, i Paesi della SADC sopprimono i dazi doganali su oltre il 70% delle importazioni dall’UE e li riducono sul 12% [2].
QUADRO STORICO
Il Sudafrica ha cercato di rilanciare il proprio settore manifatturiero, duramente colpito dall'apertura post-apartheid ai mercati internazionali. La riduzione dei dazi e l’eliminazione delle quote sui prodotti tessili e calzaturieri negli anni ’90 hanno portato a una massiccia importazione di beni a basso costo dall’Asia, con una conseguente perdita di oltre 200.000 posti di lavoro nel settore [3].
Per contrastare questa crisi, il Dipartimento del Commercio, dell'Industria e della Concorrenza ha implementato il “Clothing, Textiles, Footwear & Leather Growth Programme” (CTFLGP). Questo programma mira a rilanciare la produzione locale e creare nuovi posti di lavoro, ma ha finora ottenuto solo risultati parziali [4]. Un significativo ostacolo a questo “Rinascimento” è stata la carenza di fornitura di energia elettrica che ha afflitto il Paese per diversi anni, limitandone la crescita economica.
FOCUS SUL SETTORE TESSILE E ABBIGLIAMENTO
Il settore tessile sudafricano ha subito un grave declino, con una significativa riduzione della capacità produttiva e delle competenze locali. La reintroduzione delle quote e l’aumento delle tariffe di importazione su alcuni prodotti hanno rallentato questo declino, ma il mercato locale dipende ancora largamente dalle importazioni, soprattutto per i prodotti intermedi come filati e tessuti.
Attualmente, la produzione locale si concentra su prodotti tessili più semplici e su larga scala, come asciugamani e magliette, mentre la maggior parte delle fibre tessili prodotte localmente viene esportata per essere trasformata all’estero [5].
Il mercato di massa dell’abbigliamento a reddito medio-basso continua a essere dominato dalle importazioni asiatiche a basso costo [6]. Vale la pena sottolineare, inoltre, che i produttori di abbigliamento sudafricani, da circa quindici anni, sono stati influenzati negativamente anche dalla proliferazione di prodotti di marchi di moda internazionali (come, per esempio, Zara) rivolti a clienti con un reddito medio-alto.
Oggi, Città del Capo è considerata la capitale della moda e del design sudafricani, mentre l’area intorno a Newcastle, nel nord del KwaZulu-Natal, rimane un importante centro manifatturiero per l’intero settore CTFL, nonostante il fatto che molte fabbriche tessili abbiano chiuso i battenti.
In generale, i dati relativi alle importazioni dall’Italia confermano come queste vadano ad alimentare un mercato di nicchia. L’Italia, inoltre, si configura come il Paese di preferenza delle importazioni sudafricane dall’Europa collocandosi, in termini di quantità e di valore, in testa anche rispetto agli altri Paesi occidentali [7].
Possiamo affermare, dunque, che in linea di massima l’Italia non abbia dei forti competitor internazionali in quanto, seppur superata dai Paesi asiatici e da altri Paesi africani in termini di importazioni, i prodotti che provengono da queste aree geografiche sono destinati al mercato di massa, ovvero a un target di consumatori diverso rispetto a quello dei prodotti Made in Italy.
Le importazioni sudafricane dall’Italia che registrano una performance migliore sono quelle relative alle calzature, seguite da quelle di accessori e articoli di abbigliamento [8].
OPPORTUNITÀ DI MERCATO E STRATEGIE
Il mercato sudafricano, con oltre 60 milioni di abitanti, è caratterizzato da profonde disuguaglianze. Una piccola ma influente classe medio-alta, che rappresenta circa il 5% della popolazione, detiene oltre il 20% del potere d’acquisto complessivo. Questo segmento di consumatori tende a preferire prodotti di alta qualità, con una predilezione per i marchi europei e il “Made in Italy” [9].
Le aziende italiane del settore tessile e abbigliamento hanno l’opportunità di penetrare il mercato sudafricano puntando sulla qualità, l’artigianalità e il design. Il segmento del lusso è esso stesso molto promettente, poiché il Paese non può soddisfare internamente la domanda di prodotti di fascia alta [10]. Oltre il 50% dell’abbigliamento venduto in Sudafrica è importato, un dato che dimostra il potenziale per le imprese italiane [11].
Per avere successo, le aziende italiane devono sfruttare la reputazione del "Made in Italy", puntando su strategie di marketing che esaltino la qualità e l’esclusività dei loro prodotti. Inoltre, l’e-commerce rappresenta una crescente opportunità per raggiungere i consumatori sudafricani più benestanti. Le vendite online di abbigliamento sono in aumento e molte piattaforme digitali offrono accesso diretto ai consumatori che preferiscono acquistare prodotti di lusso senza passare attraverso i canali tradizionali.
[1] APE SADC - Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe | Access2Markets (europa.eu)
[3] Clothing industry in South Africa and the implications of policy interventions | Who Owns Whom
The Clothing Industry – July 2019 | Who Owns Whom
[4] CTCP – Weaving growth into the economy (ctflgp.co.za)
[5] The textile industry in South Africa – November 2020 | Who Owns Whom
[6] TradeMap: HS 61 e 62 per l’anno 2023
[7] TradeMap: le importazioni dall’Italia per i codici 61 e 62 si collocano rispettivamente in nona e in ottava posizione con l’1,9% delle importazioni totali (2023) – valori CIF.
[8] Valore CIF importazioni sudafricane di calzature dall’Italia nel 2023 (codice 64): 62.018.000 (7,4% delle importazioni totali)
Valore CIF importazioni sudafricane di articoli e accessori di abbigliamento dall’Italia nel 2023: 33.845.000 USD
[9] PDF view of the file Marketing_To_The_South_African_Consumer (uct.ac.za) – Cap. 5
[10] Luxury shopping booms in South Africa – BusinessTech
[11] PowerPoint Presentation (thedtic.gov.za)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)
Secondo gli esperti dell’ufficio DLA Piper la Polonia rimane una destinazione attraente per gli investimenti stranieri legati al nearshoring. Nonostante l’aumento del costo del lavoro, gli investitori sono attratti da dipendenti altamente qualificati, da un crescente numero di immobili che soddisfano criteri ambientali e da un mercato sviluppato dei servizi IT. Tuttavia, per incoraggiare le aziende a stabilirsi in Polonia, sono necessarie attività attive di promozione da parte del governo. Il nearshoring prevede l’accorciamento delle catene di fornitura spostando la produzione, la logistica, i magazzini e gli uffici in paesi vicini ai mercati di destinazione. Il motivo dell’emergere di questa tendenza è stata la pandemia di Covid-19, ma la tendenza secondo gli esperti persisterà a lungo a causa dell’attuale situazione geopolitica nel mondo. Un concetto simile a nearshoring è friendshoring, ovvero il trasferimento di investimenti in paesi con un sistema politico e valori simili. La Polonia è anche competitiva riguardo gli immobili commerciali. Un esempio è il mercato dei magazzini, dove nella classifica dei paesi dell'Unione Europea in termini di dimensioni, la Polonia è dietro solo a Germania, Francia e Paesi Bassi. Allo stesso tempo, i costi per affittare magazzini e gestire attività commerciali al loro interno sono minori di quelli di Spagna o Germania. Secondo gli analisti, gli investimenti greenfield (costruiti da zero) e gli investimenti brownfield (rinnovamento delle risorse esistenti) hanno la possibilità di svilupparsi in Polonia, il che rafforza anche la posizione della Polonia come centro logistico e produttivo internazionale. Negli ultimi anni, grazie ai sussidi governativi, i paesi dell’Europa centrale e orientale sono stati percepiti come favorevoli agli investitori, grazie ai quali le aziende grandi di molti settori diversi aprono i loro posti di lavoro, tra cui: in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
InPost, azienda logistica di proprietà di Rafał Brzoska, sta conducendo trattative avanzate per acquisire il restante 70% delle quote di Menzies Distribution Group, una delle principali aziende logistiche britanniche. A luglio 2023, InPost aveva già acquisito il 30% delle quote di Menzies per 49,3 milioni di sterline (circa 252,66 milioni di złoty), come parte della sua strategia di espansione nel mercato britannico. Attualmente, sono in corso negoziati per l'acquisto delle quote rimanenti e, secondo fonti di Sky News, la finalizzazione dell'accordo potrebbe avvenire nei prossimi giorni. Tuttavia, il valore dell'acquisizione non è stato ancora rivelato. Menzies Distribution Group è un attore chiave nel settore della logistica nel Regno Unito e in Irlanda. La sua acquisizione permetterebbe a InPost di espandere la gamma di servizi offerti, incluse le consegne di pacchi per 360 giorni all'anno, distinguendosi dalla concorrenza nel settore dell'e-commerce. Rafał Brzoska sottolinea che si tratta di un passo fondamentale nello sviluppo di InPost nel mercato britannico, consentendo una maggiore adattabilità alle esigenze locali dei clienti. (Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Orlen rinuncia al progetto Polaris, che prevedeva lo stoccaggio di CO2 sotto il fondale del Mare di Barents. La decisione è stata presa a causa del tasso di rendimento insufficiente dell'investimento e delle capacità di stoccaggio di CO2 inferiori alle previsioni. Il precedente consiglio di amministrazione, guidato da Daniel Obajtek, aveva promosso questo progetto, che doveva costare fino a 1 miliardo di USD. Il nuovo consiglio di amministrazione, dopo audit che hanno evidenziato potenziali perdite fino a 5 miliardi di PLN, ha deciso di abbandonare il progetto. Tuttavia, Orlen continua a pianificare attività legate alla cattura e allo stoccaggio di CO2, cercando progetti redditizi. Attualmente sono in corso audit che potrebbero influenzare anche altri grandi investimenti, come Olefins III o la costruzione di piccoli reattori nucleari con Synthos.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
L'azienda polacca Suempol di Bielsko Podlaskie, uno dei maggiori produttori mondiali di salmone affumicato, ha acquisito la società britannica Copernus Ltd. di Hull, fornitore leader di pesce e frutti di mare per le reti di vendita al dettaglio del Regno Unito. Suempol, operante dal 1989, arricchirà il suo portfolio con nuove specie di pesce, come il merluzzo e l’eglefino, elemento chiave della strategia aziendale a lungo termine per l'espansione in nuovi mercati. Copernus, con uno stabilimento produttivo a Hull, produce annualmente 52 milioni di porzioni di frutti di mare. Suempol dispone inoltre di centri logistici e filiali in Germania e Norvegia, che consentono l’esportazione e il controllo dei prodotti. Infatti, nel 2010, Suempol ha acquisito l'azienda tedesca Norfisk Delikatessen con sede e stabilimento di produzione a Berlino, specializzata nella lavorazione del salmone affumicato. Nel 2013, l'azienda ha effettuato un'altra acquisizione internazionale, rilevando l'impresa produttiva francese Marcel-Baey a Boulogne-sur-Mer.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Nell’agosto di quest’anno la Polonia ha registrato un risultato negativo nella bilancia dei pagamenti. Le esportazioni sono scese più rapidamente delle importazioni e il calo riguarda anche gli scambi di servizi e la bilancia dei trasferimenti con l’UE. Ieri la Banca Nazionale Polacca ha riferito che il saldo negativo della bilancia dei pagamenti della Polonia nell'agosto di quest'anno ammontava a 12,1 miliardi di PLN (circa 3 miliardi di euro). C’era anche il problema degli investitori stranieri che ritiravano grandi quantità di profitti dalla Polonia. L’ultima volta che una situazione simile si è verificata nel febbraio 2022. Il motivo dei risultati di agosto è il calo delle esportazioni di merci, soprattutto verso la Germania, nonché il calo delle importazioni (il deficit ammontava a 9,6 miliardi di PLN - oltre 2,2 miliardi di euro). Il reddito degli investitori diretti esteri in termini di partecipazione di capitale in Polonia nell'agosto di quest'anno ammontava a 12,6 miliardi di PLN (circa 3 miliardi di euro). Il saldo negativo dei redditi secondari ammontava a 2,2 miliardi di PLN (circa 500 milioni di euro), e il saldo negativo del settore pubblico ha contribuito a questo risultato (ammontava a 1,5 miliardi di PLN - circa 350 milioni di euro).
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Il governo polacco è interessato all’acquisto di Talgo (l’azienda spagnola che progetta, produce e mantiene i treni ad alta velocità) e per questo motivo si dice che conduca i negoziati con il governo spagnolo. Recentemente sono state respinte le offerte di Ungheria e Repubblica ceca. La Polonia vuole investire maggiormente nello sviluppo dei treni ad alta velocità e costruire una rete ferroviaria che collegherà le maggiori città polacche. Tre settimane fa la Polonia ha firmato il contratto per la collaborazione tra Talgo e Pesa (il produttore polacco dei veicoli ferroviari). Però è fondamentale ottenere il sostegno del governo spagnolo. L’azienda spagnola ha bloccato l’offerta di Ungheria che valeva 600 milioni di euro. Secondo il governo spagnolo l’investimento con l'Ungheria rischia di creare un danno alla sicurezza nazionale perché il governo ungherese mantiene i buoni rapporti con la Russa. Altresì, ad agosto Talgo ha bloccato l'offerta dell’azienda ceca (Škoda). Il Ministero delle infrastrutture di Polonia ha sottolineato che si interessa di questa materia, ma ora non ci sono informazioni concrete su quale azienda polacca potrebbe acquistare Talgo. Per tanti investitori nel settore ferroviario la vendita di Talgo è un’offerta allettante perché nel 2023 l’azienda spagnola ha raggiunto un fatturato oltre 650 mln di euro. Talgo collabora anche con le aziende di Germania, Danimarca, Stati Uniti, Egitto, Arabia Saudita e Kazakhstan.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
I prezzi delle abitazioni in Polonia aumentano più rapidamente rispetto al resto d'Europa, creando sfide per gli acquirenti. Secondo i dati di Eurostat, nel secondo trimestre del 2024, l'aumento dei prezzi immobiliari in Polonia è stato del 17,7%, posizionando il paese al primo posto nell'Unione Europea. Al secondo posto si trova la Bulgaria, con un aumento del 15,1%, mentre la crescita media dei prezzi nell'UE è stata del 4,7% su base annua. In alcuni paesi, come Lussemburgo, Germania e Francia, si sono invece registrate riduzioni dei prezzi. L'aumento dei prezzi in Polonia non è dovuto solo ai crescenti costi di costruzione. I margini elevati degli sviluppatori sono uno dei principali fattori che influenzano questa tendenza. I margini degli sviluppatori in Polonia raggiungono il 50%, il livello più alto tra i paesi dell'OCSE. In confronto, le aziende americane al terzo e quarto posto hanno margini del 32-33%, mentre la media dei margini per le aziende è solo del 5%. Nonostante la crescita dinamica dei prezzi, le previsioni per la fine del 2024 indicano che il tasso di crescita in Polonia rallenterà e raggiungerà valori a una cifra. Queste tendenze mostrano una forte dinamicità del mercato immobiliare polacco, ma anche la necessità di monitorare attentamente l'evoluzione della situazione.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Entro la fine dell’anno la Polonia otterrà in totale 67 miliardi di PLN dai pagamenti dei fondi KPO (il piano nazionale di ricostruzione). Quest’anno la Polonia riceverà il pagamento dei fondi di recupero dell’UE che è pari a 40 miliardi di PLN. Venerdì, durante una conferenza su KPO la ministra dell'Economia e delle Finanze, Katarzyna Pełczyńska-Nałęcz ha annunciato che da quando l’Unione Europea ha sbloccato i fondi di recupero per la Polonia, in questi 10 mesi la Polonia ha già ottenuto 27 miliardi di PLN. La ministra ha sottolineato che il governo ha ricevuto i finanziamenti del PFR (il Fondo polacco per lo Sviluppo) pari a quasi 6,5 miliardi di PLN ed entro il 2024 riceverà altri 5 miliardi di PLN. Inoltre Pełczyńska-Nałęcz ha informato dei progetti per il prossimo anno, gli investimenti ammonterebbero in totale a 100 miliardi di PLN. Ora il ministero ha concluso 600 mila di contratti. Nella primavera 2024, la Commissione Europea ha approvato i fondi di recupero per la Polonia di 59,8 miliardi di euro. Questo importo include 25,27 miliardi di euro dalle dotazioni e 34,54 miliardi di euro dai prestiti.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Dal 22 marzo 2025, la nuova compagnia aerea italiana Aeroitalia avvierà un collegamento tra Lublino e Roma. Aeroitalia, operativa dal 2022 principalmente in Italia, espande le sue attività verso la Polonia, uno dei primi paesi inclusi nella sua rete di collegamenti internazionali. I voli saranno operati due volte a settimana, aumentando a tre nel periodo estivo. Grazie ai collegamenti presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino, i passeggeri possono viaggiare comodamente verso altre destinazioni italiane, come la Sicilia e la Sardegna. Aeroitalia offre biglietti a prezzi competitivi, a partire da 49,99 euro sulla tratta Lublino-Roma. La compagnia, definita "low cask", garantisce un livello di servizio più elevato rispetto ai tradizionali vettori low cost, offrendo comfort e flessibilità nei biglietti. Aeroitalia nasce nel 2022 per volontà del suo investitore Marc Bourgade, presidente esecutivo, e dell’imprenditore boliviano Germán Efromovich, membro del CdA. La compagnia aerea, a capitale interamente privato, è guidata dall’amministratore delegato Gaetano Francesco Intrieri.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
La nuova fase del progetto metterà alla prova l’azienda con dipendenti intelligenti
Wellton Máximo - Giornalista presso Agência Brasil | Pubblicato il 13/10/2024
Da 14 ottobre fino al 29 novembre, le aziende interessate a partecipare alla seconda fase di test di Drex, una versione digitale del Real, potranno inviare proposte alla Banca Centrale del Brasile (BC). I test si concentreranno sullo sviluppo di business legati agli smart contract.
“Possono partecipare al progetto pilota le istituzioni che operano nel mercato finanziario che necessariamente hanno la capacità di testare il modello di business proposto, comprese le operazioni di emissione, riscatto o trasferimento di attività, nonché l'effettuazione della simulazione dei flussi finanziari risultanti da eventi di negoziazione, ove applicabile al caso di test”, ha informato la Banca Centrale in una nota.
Generati dalla tecnologia blockchain, utilizzata nelle criptovalute, gli smart contract sono programmi che eseguono automaticamente i termini e le condizioni di un contratto non appena questo viene attivato. Azioni come trasferimenti di denaro, pagamenti, registrazioni, multe per ritardi, avvengono automaticamente, riducendo i passaggi burocratici, come atti e firme presso uno studio notarile, il che riduce i costi e migliora l'efficienza.
Tra le operazioni con contratti intelligenti includono l’acquisto e la vendita di veicoli, beni immobili e negoziazioni di beni agroalimentari. Nel caso della vendita di un veicolo con uno smart contract, ad esempio, non si discuterebbe se spetterà all’acquirente effettuare un deposito prima di ricevere il bene o se il venditore debba trasferire i documenti prima di ricevere i soldi. L’intero processo verrà svolto istantaneamente, attraverso un contratto automatizzato, riducendo i costi della burocrazia, degli intermediari e accelerando le operazioni.
Regolamento
Secondo la BC, le proposte per la seconda fase del Drex devono avere un massimo di cinque pagine. Devono essere inviate all’e-mail pilot.drex@bcb.gov.br. I progetti selezionati per la sperimentazione dovranno poi formalizzare un accordo di partecipazione e designare un rappresentante tecnico per il coordinamento.
Secondo la Banca Centrale, le proposte devono dettagliare il modello di business, specificando gli impatti positivi attesi, la necessità di soluzioni per la privacy, la metodologia di test e i possibili impedimenti legali. Non ci sarà alcun limite al numero di proposte selezionate. Il numero finale dipenderà dal numero delle iscrizioni e dalla capacità tecnica e operativa della BC di monitorare le prove.
Test
Nel marzo 2023 sono iniziati i test della piattaforma che consentirà la registrazione delle attività finanziarie nella versione digitale del real. La piattaforma scelta è stata Hyperledger Besu, che opera con l’open source, che riduce i costi con licenze tecnologiche e royalties.
Una rete compatibile con la tecnologia Ethereum (un tipo di criptovaluta), Hyperledger Besu permette di effettuare test in ambienti controllati e garantisce la privacy delle transazioni. Sulla base di questa piattaforma, la Banca Centrale spera di vedere lo sviluppo di applicazioni online da parte delle aziende, con uno sviluppo decentralizzato, come ad esempio gli iniziatori di pagamento, uno strumento che consente di effettuare pagamenti al di fuori delle applicazioni bancarie.
Nel giugno dello scorso anno, la Banca Centrale ha scelto 16 consorzi per partecipare al progetto pilota. Questi hanno costruito i sistemi da accoppiare a Hyperledger Besu e hanno sviluppato i prodotti finanziari e le soluzioni tecnologiche. Nell’agosto 2023, la Banca Centrale ha annunciato che la versione digitale del Real si sarebbe chiamata Drex.
I test della prima fase sono iniziati nel settembre 2023, attraverso operazioni simulate che hanno testato la sicurezza, la privacy e l’agilità tra il Real digitale e i depositi tokenizzati delle istituzioni finanziarie. I test si sono svolti in più fasi e hanno valutato i depositi dai conti di riserva bancari; i depositi dai conti di regolamento; i depositi dal conto unico della Tesoreria Nazionale; i depositi a vista bancari e le operazioni con i titoli della Tesoreria Nazionale.
Ritardo
L’entrata in circolazione del Drex era inizialmente prevista per la fine di quest’anno o per l’inizio del 2025, ma lo sviluppo della moneta digitale è stato ritardato. Una serie di scioperi dei dipendenti della Banca Centrale nella prima metà dell’anno ha bloccato lo sviluppo dei progetti all’interno dell’autorità. Inoltre, nella prima fase di test sono stati riscontrati problemi di tutela della privacy degli utenti.
La seconda fase di test è iniziata a luglio con i 16 consorzi autorizzati nella prima fase. La Banca Centrale estenderà ora il test a nuovi partecipanti. I test con i contratti intelligenti dureranno fino alla fine della prima metà del 2025.
(Fonte: Agência Brasil)
L'evento ha riunito i rappresentanti dei governi Federale, Statale, Fiesp e Ciesp.
di Fábio Dias | 11/10/2024
Energia pulita e trasporti ferroviari potrebbero essere il “fiore all’occhiello” per il rafforzamento delle relazioni commerciali bilaterali tra Brasile e Italia secondo i leader politici ed economici dei due paesi, che hanno partecipato mercoledì mattina (09/10), al Business Forum Brasile-Italia, che si è svolto a San Paolo, presso la sede delle più grandi entità rappresentative del settore nello Stato.
Il Vice Primo Ministro italiano, Antonio Tajani, e una delegazione di imprenditori sono stati ricevuti dal Ministro della Casa Civile brasiliano, Rui Costa, dal Vicegovernatore di San Paolo, Felício Ramuth, dal Presidente della Fiesp (Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo), Josué Gomes, e dal presidente del Ciesp (Centro delle Industrie dello Stato di San Paolo), Rafael Cervone. Durante l’evento sono stati firmati accordi di cooperazione per avvicinare il Brasile e l’Italia.
Cervone ha spiegato che l’agroindustria brasiliana è direttamente legata alla questione energetica dei biocarburanti e delle biomasse. Durante l’evento si è parlato anche di energia solare, eolica e SAF (Sustainable Aviation Fuel). Dopo l’apertura, Cervone ha accennato anche ai trasporti marittimi, a quelli ferroviari, compreso il progetto federale di interconnessione, su rotaia, dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Pacifico. Una mappa del progetto è stata presentata dal ministro Rui Costa.
Metalli rari
Il presidente del Ciesp ha citato anche le infrastrutture per la produzione di energia, l’estrazione mineraria e la siderurgia, con l’estrazione di materiali rari, come il grafene (transistor, chip, display, sensori, batterie) come settori importanti per il rapporto Brasile-Italia), il niobio (industria aerospaziale, biomedicina, elettronica, siderurgia) e il molibdeno (acciaio inossidabile, leghe ad alta temperatura, catalizzatori).
“Il Brasile oggi ha il secondo maggior quantitativo di metalli rari al mondo, ma siamo solo il settimo produttore. Dobbiamo incentivare e accelerare questa produzione”, ha affermato Cervone.
Ha sottolineato anche il mercato brasiliano nel settore delle infrastrutture per il trattamento dell’acqua, in base alla nuova legislazione mirata ai servizi igienico-sanitari di base del Paese, oltre ai mercati aerospaziale e alimentare, che oggi sono punti di forza dell’economia brasiliana e italiana. Infine, Cervone ha rafforzato la possibilità di joint venture per rafforzare i legami italo-brasiliani.
“Come ha detto il ministro italiano, spesso con il know-how di cui dispone l'italiano, compreso design e materie prime avanzate, il Brasile ha qui qualcosa di molto complementare con un mercato continentale. Abbiamo una storia molto lunga, il Brasile è di gran lunga, soprattutto lo Stato di San Paolo, la più grande comunità italiana nel mondo, più grande anche dell’Italia stessa. È una cultura che i brasiliani amano, che è nel nostro DNA e anche nel mio in particolare. Quindi questo approccio ha tutto per funzionare”, ha detto Cervone.
Si stima che 30 milioni di persone che vivono in Brasile siano di origine italiana, di cui 20 milioni vivono nello stato di San Paolo.
Agenda sul clima
Tajani ha affermato durante l’evento che l’agenda sul clima deve andare di pari passo con la politica industriale dei paesi.
“La lotta al cambiamento climatico è una priorità ma, come diciamo sempre, deve avere una strategia pragmatica. Se questa lotta diventa ideologica si corre il rischio di combattere una battaglia teorica, senza ottenere risultati, penalizzando invece l’industria, le imprese e l’agricoltura”, ha affermato il vicepremier italiano.
Il presidente della Fiesp ha parlato della crisi climatica e ha sottolineato l’importanza della transizione energetica. “Sono pochi i Paesi che possono offrire le migliori condizioni per la transizione energetica come il Brasile, soprattutto con gli investimenti delle aziende italiane, che hanno già investito molto nel settore energetico brasiliano e sono tutte molto benvenute”, ha affermato Gomes.
Il Ministro Rui Costa ha dichiarato che il Brasile sta lavorando per modernizzare e rafforzare i suoi quadri normativi nel settore energetico, in modo che offrano sicurezza economica, giuridica e prevedibilità per gli investitori. Secondo lui lo stesso vale per il settore delle comunicazioni.
Ha inoltre sottolineato che questo martedì (08/10), il governo federale ha istituzionalizzato il programma “Carburante del futuro”, che crea una serie di incentivi e programmi per la transizione energetica (sostituzione dell’energia da fonti fossili con fonti rinnovabili).
Il ritorno del trasporto ferroviario
Durante l’apertura dell’evento hanno attirato l’attenzione i discorsi in difesa del salvataggio del trasporto ferroviario nel Paese. “I miei genitori sono venuti a San Paolo in treno e io devo venire in macchina oggi. Il Brasile ha sbagliato a scegliere la strada e si è dimenticato della ferrovia. Quindi anche questo è all’ordine del giorno”, ha detto Cervone.
Sia il Governo dello Stato di San Paolo che il Governo Federale scommettono sul ritorno delle linee ferroviarie, anche alla produzione dei trasporti.
“Dal nostro progetto di miglioramento delle infrastrutture logistiche, il Brasile è un Paese continentale, che non può permettersi il lusso di voler trasportare la sua produzione, i suoi carichi, solo attraverso le autostrade. Questo è un costo elevato per chi produce, per il governo e per il cittadino perché paghiamo il mantenimento di questa immensa rete”, ha detto il ministro.
Il vicegovernatore Felício Ramuth ha sottolineato che circa il 30% del commercio bilaterale tra Brasile e Italia si svolge oggi nello Stato di San Paolo. Ha detto che il governo statale sta lavorando ad un audace programma di concessioni e privatizzazioni e ha anche sottolineato l’espansione del sistema ferroviario metropolitano.
“Purtroppo in passato il Brasile ha optato per il trasporto stradale, seguendo il modello americano, invece del modello europeo, con il trasporto ferroviario”, ha affermato Ramuth. (A cura di Ciesp – Illustrazione fotografica – riproduzione da Internet)
(Fonte: Associação Comercial e Industrial de Garça)
Con una crescita del 9,2%, lo Stato supera il Mato Grosso e si distingue nel panorama nazionale
Pubblicato il: 10/10/2024
Le esportazioni agroalimentari dello Stato di San Paolo hanno registrato un aumento del 9,2% da gennaio a settembre 2024, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, per un totale di 22,69 miliardi di dollari. Con questa performance, San Paolo si è posizionata come il più grande esportatore del settore nel paese, secondo i dati diffusi dal Segretariato dell'Agricoltura e dell'Approvvigionamento. Secondo un’indagine dell’Istituto di Economia Agraria (IEA-Apta), lo Stato rappresenta ora il 18% del totale esportato dal Brasile, superando il Mato Grosso, la cui quota era del 17,3%.
L’avanzamento di San Paolo è stato trainato soprattutto dalle esportazioni di zucchero e di succo d’arancia, settori in cui lo Stato si distingue come leader nazionale, contribuendo in modo significativo alla posizione dominante del Brasile nel mercato globale. Sebbene il Mato Grosso, il più grande produttore di cereali, semi oleosi e bestiame, sia solitamente in testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari, San Paolo aveva già preso questo comando nell’aprile 2024, in un raro caso.
Il settore dello zucchero e dell’alcol è stato il principale responsabile della crescita delle entrate esterne nel settore agricolo di San Paolo, per un totale di 9,15 miliardi di dollari nel periodo. Lo zucchero rappresentava il 93% di questa quantità, mentre l’etanolo corrispondeva al 7%. Le esportazioni di questo settore sono aumentate del 23% in valore e del 30,5% in volume, trainate dallo zucchero, le cui vendite sono aumentate del 31,5% in valore e del 35,2% in volume.
“Ogni mese dimostriamo la forza dell’agrobusiness di San Paolo nella bilancia commerciale. Questi numeri riflettono il nostro impegno congiunto con il settore per mantenere una produzione agricola di alta qualità e competitività sul mercato internazionale”, ha affermato il Segretario dell’Agricoltura e degli Approvvigionamenti di San Paolo, Guilherme Piai, in una nota alla Reuters.
L’indagine IEA-Apta ha mostrato una crescita significativa anche in altre categorie, come caffè verde (+121,6%), carne bovina (+39%), succo d’arancia (+27,5%) e prodotti a base di cellulosa (+15%). La carne ha generato entrate per 2,49 miliardi di dollari, di cui la carne bovina rappresenta l’83,9% di questo valore. Il settore forestale ha totalizzato 2,35 miliardi di dollari, di cui la cellulosa rappresenta il 54,3% e la carta il 38%. Il complesso della soia ha totalizzato 2,1 miliardi di dollari, mentre le esportazioni di succhi, soprattutto di arancia (98%), hanno raggiunto i 2 miliardi di dollari.
Questi cinque gruppi – zucchero, carne, prodotti forestali, soia e succhi – rappresentavano il 79,7% delle esportazioni agroalimentari di San Paolo. Il caffè, un altro prodotto tradizionale di San Paolo, è arrivato al sesto posto, con 944,21 milioni di dollari di esportazioni, di cui il 71,4% era caffè verde e il 24,5% caffè solubile.
Oltre a San Paolo e al Mato Grosso, la classifica dei maggiori esportatori agroalimentari comprende Paraná (11,5%), Minas Gerais (10,1%), Rio Grande do Sul (8,7%) e Goiás (6,6%).
Nonostante le sfide affrontate, come la siccità che ha colpito la produzione di canna da zucchero, caffè e arance, l’agrobusiness di San Paolo ha dimostrato la sua resilienza, come sottolineato dal Segretario Piai.
Il surplus della bilancia commerciale del settore agricolo di San Paolo ha raggiunto i 18,45 miliardi di dollari, con un incremento dell’8,9% rispetto ai primi nove mesi del 2023. In totale, le esportazioni del settore agroalimentare hanno rappresentato il 43,5% delle esportazioni dello Stato, mentre le importazioni sono state pari al 7,5% del totale.
(Fonte: Portal do Agronegócio)
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
La crescita dell'occupazione in Svizzera è strettamente legata ai lavoratori provenienti da altri paesi. Negli ultimi decenni, la percentuale di cittadini stranieri impiegati nel settore del lavoro svizzero è aumentata in modo significativo: nel 1991 era del 26%, mentre oggi si avvicina al 34%. Secondo i report, tre quarti dei lavoratori stranieri provengono dai paesi dell'Unione europea. La maggior parte di loro vive in Svizzera: i lavoratori frontalieri corrispondono a circa un terzo e provengono principalmente da Francia, Italia e Germania, con alcuni provenienti anche da Austria e Liechtenstein.
"Nonostante la partecipazione relativamente elevata della popolazione nazionale nella forza lavoro, le aziende non riescono a soddisfare la richiesta di manodopera, o solo in misura insufficiente", ha spiegato Roland Müller, direttore dell'Associazione svizzera dei datori di lavoro durante una recente presentazione sulla libera circolazione delle persone. Gli stranieri svolgono un ruolo fondamentale in alcuni settori, e ci sono addirittura settori economici che dipendono sostanzialmente dall'immigrazione, come l'edilizia e la ristorazione. In queste aree, la percentuale di lavoratori stranieri è significativa. Gli stranieri sono anche presenti in occupazioni come i servizi alla persona e il trasporto: persino la metà dei baristi in Svizzera non è cittadino della Confederazione.
La situazione presenta una percentuale di occupati più bassa quando si analizzano settori profesisonali in cui sia richiesta padronanza della lingua tecnica ecomepenze specifiche nonchè familiarità con la realtà locale. Ad esempio, gli stranieri costituiscono una minoranza tra avvocati e personale amministrativo di alto livello. Nessun impatto negativo sull'occupazione, anzi.
Nel 2023, il tasso di disoccupazione tra i cittadini svizzeri ha raggiunto il livello più basso degli ultimi vent'anni. Questo dato riflette un'evoluzione positiva e promettente per il mercato del lavoro nel paese.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Nel 2025 il sostegno per i consumatori di energia elettrica sarà prolungato, come annunciato dalla ministra del clima, Paulina Henning-Kloska. Le attuali sovvenzioni sulle bollette, realizzate sotto forma di bonus energetico, saranno continuate, anche se i dettagli riguardanti la nuova forma di sostegno saranno rivelati dopo l'approvazione del bilancio statale. Nel piano di bilancio governativo per gli anni 2025-2028, è previsto un aumento del 15% delle tariffe regolamentate per i consumatori finali e una riduzione delle misure volte a mitigare gli effetti dell'aumento dei prezzi dell'energia. Attualmente sono in vigore i prezzi massimi per l'energia elettrica: 500 PLN per MWh per le famiglie e 693 PLN per MWh per i consumatori vulnerabili, come le amministrazioni locali, le scuole e le piccole e medie imprese. Questo sistema sarà in vigore fino alla fine del 2024.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
La catena di negozi MR.DIY ha annunciato ufficialmente il suo ingresso nel mercato polacco. L'azienda malese aprirà i suoi primi negozi in Polonia il mese prossimo. MR.DIY dispone già di 4.000 negozi in tutto il mondo in 12 paesi, principalmente in Asia (per esempio in Thailandia, Singapore, Filippine) ma è presente anche sui mercati spagnolo e turco. La Polonia sarà il terzo paese in Europa e tredicesimo al mondo in cui apparirà questa catena di negozi. Secondo il giornale "Rzeczpospolita", MR.DIY competerà non solo con i negozi che vendono articoli per la casa e il giardino, come Castorama o Leroy Merlin, ma anche con i discount industriali, come Pepco, Action, Woolworth o Dealz. Entro la fine del primo trimestre del 2025 l'azienda malese intende aprire un totale di 10 negozi in Polonia. Nei mesi di novembre e dicembre di quest'anno inizieranno ad aprire i primi quattro negozi nei centri commerciali a Zabrze, Cracovia, Piotrków Trybunalski e Bielsko-Biała. Non è ancora certo dove saranno aperte i negozi restanti.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Il programma “La mia elettricità 6.0” ha annunciato un significativo aumento del budget da 400 milioni PLN a 1,25 miliardi PLN, con l'obiettivo di supportare le persone che investono in impianti fotovoltaici e magazzini di energia. L'apertura delle domande è iniziata il 2 settembre e già dopo tre giorni sono state presentate richieste per oltre la metà del budget iniziale. Al 15 settembre, erano state registrate quasi 37.000 domande per un valore totale di circa 445 milioni di złoty, di cui 200 milioni di złoty riguardavano il finanziamento di magazzini di energia elettrica. Il finanziamento per i prosumer che hanno sostenuto spese per impianti dopo il 1° gennaio 2021 ammonta fino a 7.000 złoty nel caso di microimpianti con magazzini di energia o calore, e fino a 6.000 złoty senza di essi. I prosumer possono anche ottenere fino a 16.000 PLN per un magazzino di energia elettrica con capacità minima di 2 kWh e fino a 5.000 złoty per un magazzino di energia termica. In totale, il finanziamento massimo per impianti con magazzini può raggiungere 28.000 złoty. A partire dal 1° agosto 2024, una condizione fondamentale per ottenere il finanziamento sarà l'investimento in un magazzino di energia o di calore. Il programma è finanziato dai Fondi Europei per le Infrastrutture, il Clima e l'Ambiente: (FEnIKS) per il periodo 2021-2027, e l'apertura delle domande continuerà fino al 20 dicembre 2024 o fino a esaurimento dei fondi disponibili.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Gli imprenditori polacchi impiegano in media 334 ore all'anno per adempiere ai loro obblighi fiscali. Sebbene da anni gli economisti chiedano al governo di semplificare il sistema fiscale, non si intravedono cambiamenti in meglio. Un rapporto di Grant Thornton mostra che, nonostante un'aliquota fiscale nominale del 19 percento, l'aliquota fiscale effettiva reale raggiunge in media il 30 percento. L'anno scorso è stato particolarmente doloroso per i maggiori gruppi di capitale quotati in borsa. I loro profitti lordi sono diminuiti, mentre la pressione fiscale è aumentata. Oltre il 16% delle aziende ha registrato perdite. Sorprendentemente, quasi due terzi di questo gruppo hanno dovuto comunque pagare le tasse. Si notano differenze significative nel livello di tassazione quando si tratta di aziende nazionali e straniere. Le aziende non polacche hanno difficoltà a gestire le complesse normative. Il fatto che il sistema fiscale debba essere cambiato è dimostrato dalla posizione della Polonia nella classifica dei sistemi più competitivi. Secondo gli esperti, uno dei maggiori problemi del sistema fiscale polacco è la sua imprevedibilità.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
GUS (l’Ufficio Nazionale di Statistica) ha pubblicato i dati aggiornati sulla crescita dell’economia polacca negli anni 2022-2023. Secondo i nuovissimi dati l’economia della Polonia nel 2023 è cresciuta solo dello 0,1% rispetto al 2022. Dunque il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al documento che GUS ha pubblicato il 18 aprile 2024. GUS spiega che l’aggiornamento dei dati è stato causato dall'ottenimento di più dettagliate revisioni delle statistiche. Questa procedura è stata necessaria perché GUS ha ottenuto maggiori informazioni sulla finanza delle imprese, sul commercio estero di beni e servizi e sul carico delle Istituzioni di Governo e degli Enti locali. Nel 2023 i consumi alimentari sono scesi dello 0,3% (non come prevedevano del 1%), la domanda di investimenti è aumentata del 12,6% quindi dello 0,5% meno di quanto previsto. Mentre l'esportazione è aumentata del 3,7% (prevedevano l’aumento del 3,4%). L’aggiornamento dei dati rivela che il PIL è aumentato del 5,3% quindi è un risultato peggiore di quello previsto.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
La Banca Europea per gli Investimenti ha approvato le richieste della Polonia per un sostegno di 10 miliardi di zloty dal Fondo di Modernizzazione per quattro programmi: costruzione di impianti di stoccaggio di energia, supporto al trasporto elettrico pesante e il programma Energia per le campagne. Questa è la più grande tranche di sostegno finora dal fondo per la Polonia. Il primo programma, con un budget di 4 miliardi di zloty, riguarda il supporto a magazzini di energia elettrica su larga scala con una potenza minima di 2 MW e una capacità di almeno 4 MWh, con un finanziamento fino al 45-65% dei costi ammissibili. Il secondo programma prevede 2 miliardi di zloty per la ristrutturazione della rete elettrica al fine di costruire stazioni di ricarica per il trasporto pesante elettrico, con sovvenzioni fino al 100% dei costi ammissibili. Il terzo programma, anch'esso con un budget di 2 miliardi di zloty, supporta l'acquisto o il leasing di camion elettrici, con un finanziamento fino al 60% dei costi ammissibili. Il quarto programma aumenta il budget di Energia per le campagne da 1 miliardo di zloty a 3 miliardi di zloty, finanziando impianti a biogas, installazioni fotovoltaiche e magazzini di energia nelle aree rurali e rurali-urbane. Il Fondo di Modernizzazione è finanziato dai proventi delle aste di quote di emissione nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS) e mira a sostenere la trasformazione e la modernizzazione del settore energetico.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
Ieri il ministro degli Affari Esteri Radosław Sikorski ha dichiarato che i moduli Starlink utilizzati dai soldati ucraini durante i combattimenti sono sponsorizzati dalla Polonia. In precedenza si pensava che fossero stati trasmessi da Elon Musk, che ha spesso parlato della guerra e ha minacciato di limitare il finanziamento di questa tecnologia agli ucraini. Sikorski ha rivelato questa informazione in una conferenza stampa, nella quale ha anche accennato al rinviato vertice di Ramstein sugli aiuti all'Ucraina. Il presidente Andrzej Duda avrebbe dovuto partecipare a questo incontro iniseme ai primi ministri dei paesi che sostengono l’Ucraina. In ogni caso il Ministero degli Affari Esteri ha preparato una posizione governativa per il Presidente Duda, grazie alla quale potrà rappresentare la sua posizione e quella dell'intero paese. I moduli Starlink erano stati precedentemente consegnati all'Ucraina in base ad un accordo concluso dal Pentagono americano e dalla società di Elon Musk. Tuttavia, il contratto del valore di 23 milioni di dollari è terminato a maggio di quest’anno e finora non è stato prorogato. In precedenza i media ucraini avevano riferito che i russi utilizzavano gli Starlink situati nelle aree temporaneamente occupate. Le autorità ucraine hanno quindi collaborato con SpaceX per risolvere i problemi. Lo stesso Elon Musk ha affermato che la sua azienda non ha mai venduto o fornito alcuna attrezzatura all'esercito russo.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)