Martedì 29 Luglio 2025
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La Federazione spagnola delle industrie alimentari e delle bevande (FIAB) ha analizzato i dati di Datacomex per fare il punto sull'export del settore nei primi 4 mesi del 2024. in particolare, in una nota pubblicata lo scorso 28 giugno, afferma che l'industria alimentare e delle bevande spagnola ha migliorato le sue vendite all'estero nei primi quattro mesi del 2024. In particolare, tra gennaio e aprile la Spagna ha esportato alimenti e bevande per un valore di 16.735 milioni di euro, con una crescita del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2023.
nel comunicato si rileva che non è solo il valore delle vendite a progredire. Questo slancio nel commercio internazionale dell'industria è rafforzato dall'aumento del volume esportato (+3,8%), registrando un miglioramento per la prima volta dal 2021. Inoltre, gli alimenti e le bevande continuano a contribuire a un saldo commerciale positivo, confermando il loro peso strategico come importante motore commerciale per la Spagna.
Nel 2023 il settore ha chiuso un anno più instabile a causa della situazione macroeconomica globale, delle tensioni sui mercati, degli effetti dell'inflazione sui costi e sul commercio estero, nonché della siccità. Una combinazione che, insieme alla debolezza delle esportazioni e dei consumi interni, ha portato la produzione dell'industria alimentare e delle bevande a un valore inferiore rispetto al 2021, quando già si erano manifestati i segnali di un rallentamento, confermati poi nel 2023.
Sebbene il rischio geopolitico rimanga elevato, il tasso d'inflazione sembra essere entrato in uno stato di moderazione nel 2024, soprattutto in aree strategiche per il commercio dell'industria alimentare e delle bevande spagnola, come alcune parti dell'Europa e degli Stati Uniti. A questo leggero miglioramento hanno risposto positivamente i mercati di destinazione, che continuano a progredire in termini generali.
Principali mercati di destinazione
L'Unione Europea continua ad essere il principale referente della destinazione dell'export dell'industria alimentare e delle bevande spagnola. Francia Portogallo e Italia sono i primi tre mercati di disetinazione. Insieme hanno assorbito nel 2023 oltre il 38% del totale dell'export spagnolo del settore.
Tuttavia, lo studio di FIAB mette in evidenza come gli Stati Uniti, nel corso del primo quadrimestre del 2024, si siano convertiti nel principale mercato di destinazione dell'export dell'industria alimentare e delle bevande spagnola, al di fuori dell'Unione Europea. In particolare, FIAB sottolinea l'evoluzione del Paese nordamericano che, dopo aver chiuso il 2023 con un calo del -6,4%, sembra aver recuperato i suoi buoni progressi con un aumento del valore delle esportazioni del 27% nei primi quattro mesi del 2024.
D'altra parte, nello stesso periodo, le vendite alla Cina continuano a diminuire, sia in valore che in volume. Una situazione che rischia di peggiorare a causa delle possibili ritorsioni che le autorità del Paese asiatico stanno studiando sulle importazioni del settore suinicolo europeo, a causa dell'aumento dei dazi che l'Unione Europea sta imponendo alle auto elettriche provenienti dalla Cina.
Il settore rimane all'erta, in quanto la Spagna è il principale fornitore di carne suina europea per il mercato cinese, e ha chiesto che il settore alimentare non venga utilizzato come merce di scambio in dispute commerciali non correlate al settore, come è accaduto con l'imposizione di tariffe su alcuni alimenti e bevande da parte degli Stati Uniti nel caso Airbus, in attesa della loro sospensione definitiva.
La strategia di diversificazione dei mercati di destinazione delle esportazioni dell'industria alimentare e delle bevande continua a essere un fattore molto importante per le aziende, come dimostra la crescita in valore e in volume registrata nei primi quattro mesi del 2024. Spiccano, ad esempio, i Paesi dell'Europa dell'Est, come Polonia e Romania, che consolidano il trend di crescita dell'anno precedente con un incremento vicino al 20% in valore, e anche altre aree come il Sud-Est asiatico, in particolare le Filippine, o i mercati americani come il Messico.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
La prossima settimana, più di 45 leader europei si riuniranno in Oxfordshire per discutere alcune delle questioni generazionali più urgenti che l'Europa deve affrontare. Il Primo Ministro Keir Starmer accoglierà i leader di tutto il continente a Blenheim Palace per l'incontro della Comunità Politica Europea (EPC) giovedì 18 luglio.
Starmer ha sottolineato l'importanza della collaborazione internazionale per affrontare le sfide attuali, tra cui l'immigrazione illegale e la sicurezza. Proprio questi elementi sembrano essere i pilastri su cui il nuovo Primo Ministro inglese ha intenzione di rifondare i rapporti bilaterali fra Regno Unito e Unione Europea.
Il Ministro per le Relazioni con l'UE, Nick Thomas-Symonds, ha avuto colloqui a Bruxelles con il suo omologo Maros Sefcovic, discutendo la possibilità di creare una struttura che consenta contatti più regolari tra funzionari britannici ed europei. Il governo vuole ottenere un nuovo patto di sicurezza con l'UE e un allentamento delle regole commerciali. Starmer vorrebbe negoziare un nuovo accordo veterinario per ridurre le barriere commerciali per i prodotti alimentari e agricoli, che probabilmente vedrà la Gran Bretagna allinearsi alle normative di Bruxelles in questi settori.
Il nuovo Segretario al Commercio, Jonathan Reynolds, parteciperà a un incontro dei ministri del commercio del G7 in Italia, dove affermerà che la Gran Bretagna è "di nuovo sulla scena mondiale e 'aperta agli affari'". Reynolds sottolineerà l'intenzione del Regno Unito di cercare una relazione "più stretta e matura" con l'UE, pur mantenendo l'impegno di Starmer di non rientrare nel mercato unico o nell'unione doganale.
Questi sviluppi segnano un significativo cambiamento di tono nelle relazioni UK-UE rispetto ai governi precedenti, con l'obiettivo di bilanciare il rafforzamento dei legami con l'UE mantenendo al contempo l'indipendenza post-Brexit del Regno Unito.
Possibile ritorno ai programmi di scambio studentesco
Sebbene non sia stato esplicitamente menzionato, il nuovo approccio del governo britannico alle relazioni con l'UE potrebbe aprire la strada a una possibile reintegrazione in programmi di scambio studentesco come l'Erasmus. La Commissione Europea sta infatti considerando di proporre un accordo sulla mobilità giovanile che faciliterebbe l'ingresso di studenti europei nel Regno Unito e l'impegno del governo laburista per allentare le restrizioni sui visti per gli artisti in tournée potrebbe estendersi anche agli studenti in futuro. Tuttavia, qualsiasi piano concreto per reintegrare o creare programmi di scambio studentesco richiederebbe ulteriori discussioni e accordi tra le parti.
(Contributo editoriale a cura della The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Come risulta dal rapporto elaborato dall'Istituto Economico Polacco (PIE), l’esportazione dei prodotti polacchi e i servizi risultano in crescita nonostante le avversità. PIE dettagliatamente analizza la dinamica dell'esportazione nei diversi settori. PIE sottolinea che la crescita più alta è stata registrata fra i settori tecnologici, inclusi i settori di elettronica e farmaceutico. Le imprese di questi settori concorrono al successo sui mercati internazionali grazie ai prodotti innovativi. PIE valuta che gli esportatori polacchi mostrano una grande resistenza e flessibilità per adattarsi a condizioni che variano costantemente. Secondo la relazione, il ruolo delle piccole e medie imprese (MŚP) nel promuovere l’esportazione è molto importante, infatti le MŚP sono sempre più dinamiche nel proporre la loro offerta ai mercati esteri, anche ai mercati fuori dall'UE, ciò si riflette nell’aumento della loro quota nell'esportazione totale. PIE prevede che nei prossimi trimestri, la forza dell'esportazione potrebbe subire un arresto a causa dell’indebolimento della domanda. Tuttavia a lungo termine le prospettive per l'export polacco rimangono positive. (Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
L’economia brasiliana è cresciuta dello 0,25% a maggio, secondo i dati dell’indice di attività economica della banca centrale (IBC-Br) pubblicati questo lunedì (15). L'IBC-Br è uno dei principali indicatori del prodotto interno lordo (PIL) del paese.
Rispetto a maggio 2023, quando l’indice osservato era pari a 146,95 punti (destagionalizzato di 145,93 punti), l’aumento raggiunge l’1,3%. Da inizio anno (da gennaio a maggio), l'aumento è del 2,01%; e negli ultimi 12 mesi raggiunge l'1,66%.
Oltre a indicare l'espansione dell'economia, l'IBC-Br è anche uno dei riferimenti adottati dalla BC per definire il tasso di interesse di base (Selic), che attualmente è del 10,5% annuo.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
Nel solco di una svolta ambientalista che possa ispirare anche gli altri Paesi UE, il Parlamento di Copenaghen è stato chiamato ad approvare una misura dalle coordinate storiche ambiziose. L’obiettivo climatico è quello di ridurre, a partire dal 2030, le emissioni di anidride carbonica e di metano prodotte dal letame degli allevamenti bovini, ovini e suini del 70% rispetto ai livelli del 1990.
Sebbene la decisione non sia ancora definitiva, il consenso della maggioranza di centrodestra si mostra forte e ampio: sarà un "grande passo avanti per diventare neutrali dal punto di vista climatico", ha dichiarato il ministro delle Finanze danese, Jeppe Bruus.
Una Carbon-Tax unica nel suo genere
Specchio di un compromesso tra il nuovo governo di centrodestra e i rappresentanti degli agricoltori, industria, sindacati nonché gruppi ambientalisti, la proposta di legge prevede una tassa di 300 corone danesi (circa 40 euro) per tonnellata di CO2 proveniente da allevamenti, uso di fertilizzanti e altre attività agricole, che aumenterà a 750 corone (circa 100 euro) entro il 2035. Per facilitare la transizione, per i primi cinque anni gli agricoltori avranno diritto ad una detrazione d’imposta sul reddito del 60%. Ma non finisce qui: i fondi incassati serviranno per promuovere parte di un piano di adeguamento delle operazioni agricole, ripristino di ecosistemi degradati e creazione di foreste e zone umide. Pertanto, lo scopo ultimo della tassa è quello di indurre il settore a cercare soluzioni per ridurre le emissioni, accompagnandolo lungo una transizione verde non più prorogabile. Ed è proprio qui che si disvela l’essenza lungimirante di un provvedimento storico verso la tutela della biodiversità, il futuro dell’agricoltura e, infine, quello del pianeta.
L’altra faccia della medaglia: voci fuori dal coro
Non mancano, d’altro canto, critiche e dubbi, specialmente da coloro che temono per il destino del settore agricolo danese: riduzioni dei posti di lavoro, freno agli investimenti green dell’agricoltura e generico scetticismo rispetto ad una misura che rischia di rivelarsi globalmente inefficiente.
Peter Kiær, presidente del gruppo agricolo danese Bæredygtigt Landbrugm, che non ha partecipato ai negoziati, ha dichiarato: "Crediamo che l'accordo sia pura burocrazia, e quiindi che sia inutile. Riconosciamo che c'è un problema climatico e l'agricoltura danese aiuterà a risolverlo. Ma non crediamo che questo accordo risolverà i problemi, perché metterà un freno agli investimenti verdi dell'agricoltura."
Peder Tuborgh, Amministratore delegato di Arla Foods, il più grande gruppo lattiero-caseario europeo, ha affermato che l’accordo è “positivo, ma che gli agricoltori che fanno davvero tutto il possibile per ridurre le emissioni non dovrebbero essere soggetti a tasse”.
Benchè i risultati concreti di questa tassazione restino un’incognita, la Danimarca – a differenza della maggior parte dei Paesi UE – ha dimostrato di essere pronta a compiere un passo audace nella lotta al cambiamento climatico, posizionandosi come leader nella promozione di un futuro più verde e sostenibile.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il mercato dell’auto in Polonia sta riprendendo slancio. La domanda di auto ibride ed elettriche è in crescita. Secondo l'Associazione Polacca dell'Industria Automobilistica a giugno sono state vendute 50.221 nuove autovetture (+20,8%) e 6.729 nuovi furgoni fino a 3,5 tonnellate di peso (+11,5%). Ciò rappresenta un aumento del 19,6% del mercato complessivo, un risultato impressionante. I dati del sito Superauto.pl mostrano che il valore medio di un'auto premium acquistata a giugno è stato di 299.336 PLN lordi. Le tendenze del mercato indicano chiaramente la crescente popolarità delle auto ibride che rappresentano già più della metà del mercato e la loro quota è in costante crescita. In testa alla classifica abbiamo tre modelli Toyota, mentre Renault rimane il leader per quanto riguarda i furgoni. I risultati delle vendite di giugno mostrano lo sviluppo interessante nel mercato automobilistico. Toyota mantiene il suo dominio, ma Skoda sta costantemente riducendo il divario, il che potrebbe preannunciare una forte concorrenza nei prossimi mesi. Particolarmente interessante è lo spettacolare aumento delle vendite di marchi come Suzuki e Lexus, che suggerisce un crescente interesse dei clienti per le opzioni alternative.
Secondo i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e sullo Sviluppo (UNCTAD), nel 2023 gli investimenti diretti polacchi all'estero hanno raggiunto il livello record di 10,4 miliardi di dollari, con un aumento del 64% rispetto all'anno precedente. Il capitale totale investito dalle aziende polacche all'estero è aumentato del 29%, fino a 38 miliardi di dollari. I valori relativamente costanti degli afflussi di investimenti diretti esteri in Polonia negli ultimi tre anni suggeriscono una crescente internazionalizzazione delle aziende polacche. Nel 2023 63 aziende polacche hanno annunciato un totale di 81 progetti greenfield. Gli strumenti di debito sono stati la forma di transazione predominante in quell'anno. La maggior parte degli investimenti polacchi è stata annunciata in: Romania, Montenegro, Giordania, Kazakistan e negli Stati Uniti. In testa alla classifica ci sono due società polacche: Respect Energy e Hynfra.
Ieri 40 nuove aziende che investono nella zona economica speciale di Łódź hanno ricevuto il via libera al sostegno. Gli imprenditori hanno investito 1,8 milliardi di PLN e creato 600 nuovi posti di lavoro. L’investimento più grande è di 350 milioni di PLN e porta 377 posti di lavoro. È un magazzino di alta tenuta Jeronimo Martins. Tra le nuove imprese in questa zona economica domina il capitale polacco (33 aziende nazionali) ma ci sono anche gli investitori di Belgio, Italia, Austria, Lussemburgo e Liechtenstein. Per quanto riguarda l’industria prevalgono trasformazione alimentare e produzione d'imballaggi e nel settore dei servizi la logistica e il magazzinaggio. "I soldi che abbiamo in bilancio non sono caduti dal cielo. Sono soldi guadagnati dagli imprenditori. Vi auguro che questo sia un momento di svolta per le vostre aziende”, dice Krzysztof Paszyk, il ministro dello Sviluppo e della Tecnologia. Il ministro dell’Infrastruttura ha sottolineato che questa zona economica ha 27 anni, si trova nella lista delle migliori aziende del mondo ed è leader nazionale. Parlando dello sviluppo della regione di Łódź, Klimczak ha citato i suoi vantaggi tra cui il progetto di costruzione dell’aeroporto più moderno in Europa e dello snodo logistico ma anche l’ampliamento di autostrada A2 Łódź - Warszawa. "Stiamo facendo progressi e la seconda metà dell’anno potrebbe essere ancora più intensa. Siamo nel posto giusto, si osserva un grande interesse da parte degli imprenditori sia per le zone economiche che, cosa mi rende felice, per la regione di Łódź”, dice Tomasz Sadzyński. Ha spiegato che le zone economiche speciali offrono agli imprenditori un’esenzione fiscale però questo non significa che i bilanci locali o centrali non ne fanno profitto.
Secondo gli ultimi dati dell'Ufficio centrale di statistica (GUS), il maggior numero di persone lavora nelle piccole aziende. I dati del 31 gennaio 2024 mostrano che il numero maggiore dei dipendenti, ovvero 4 milioni e 4.900 persone, lavorava in entità con 5 o meno dipendenti, che rappresentavano il 26,6% del totale degli occupati. Per quanto riguarda le fasce d'età, il gruppo più numeroso di coloro che lavorano in entità di dimensioni pari o inferiori a 5 dipendenti è quello dei 35-44enni. Negli oltre 4 milioni di persone che lavorano nelle aziende più piccole, le donne rappresentano il 39,8%. La concentrazione di occupati in entità con 5 o meno dipendenti è evidente nelle sezioni delle Costruzioni e delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, mentre spicca la sezione Altre attività di servizi.
(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
La Borsa di Praga ha registrato il suo massimo dagli ultimi sedici anni.
L’indice PX è aumentato mercoledì a 1580,29 punti grazie, ad esempio, all’aumento di alcuni titoli bancari o del gruppo energetico ČEZ. Si tratta del livello più alto da giugno 2008, quando la borsa era ai massimi prima della crisi finanziaria. L’indice è in rialzo dal 2023 dopo aver registrato un calo dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
La Borsa di Praga sta tuttavia registrando un forte calo dei volumi d’affari. Lo scorso anno il volume ha registrato un calo di oltre un quarto a 123 miliardi di corone. Nel 2007 sulla borsa erano avvenuti scambi per oltre mille miliardi di corone.
Fonte: https://forbes.cz/nejvyse-za-16-let-prazska-burza-byla-ve-stredu-nejsilnejsi-od-krize-roku-2008/
Il tasso d’inflazione ha registrato in giugno un ulteriore frenata ed è sceso al due percento. Lo indica l’Ufficio di Statistica Ceco.
Il tasso d’inflazione ha quindi raggiunto l’obiettivo della Banca Centrale. Rispetto a maggio l’aumento annuale dei prezzi è diminuito di sei decimi di punto percentuale grazie all’andamento favorevole dei prezzi nel settore dei trasporti, dove cala la pressione esercitata dall’andamento dei costi dei carburanti, o nel settore alimentare, che registra un calo dei prezzi del quattro percento.
L’andamento dei prezzi è stato tuttavia favorevole in quasi tutti i comparti. I prezzi delle merci sono rimaste sostanzialmente stabili con un leggero aumento dello 0,2%, mentre la crescita dei prezzi dei servizi è tornata sotto la soglia del cinque percento.
Fonte: https://csu.gov.cz/rychle-informace/indexy-spotrebitelskych-cen-inflace-cerven-2024
La Repubblica Ceca punta a rafforzare la produzione di microchip sul proprio territorio. Lo scrive il quotidiano E15.
Per raggiungere l’obiettivo il governo sosterrà quattro progetti di produzione con una sovvenzione di 1,1 miliardi di corone, che verrà erogata dal piano nazionale di recupero finanziato dai fondi europei. Si attende inoltre che lo stato erogherà un’importante sovvenzione anche alla società americana Onsemi, che ha annunciato l’ampliamento del suo stabilimento di Rožnov pod Radhoštěm da oltre due miliardi di dollari. I dettagli della sovvenzione non sono stati ancora resi noti.
Il Ministero dell’Industria e del Commercio ha inoltre preparato una strategia nazionale per i microchip, che ora è al vaglio di altri dicasteri. Secondo la strategia è importante rafforzare le capacità di formazione di esperti e di lavoratori, sostenere l’attivazione di un centro di competenze nazionale e infine mettere in campo un sostegno alle start-up nel settore.
Alle imprese energivore andrà un aiuto da 2,15 miliardi di corone. Lo ha deciso il Governo.
Il sussidio riguarda i settori in cui si teme un possibile trasferimento delle attività in Paesi extra UE a causa delle regolamentazioni energetiche e climatiche del blocco europeo. Si tratta ad esempio di aziende del settore dell’acciaio, della carta o dell’industria chimica. Le aziende sono titolate a ricevere un aiuto statale per mantenere la produzione in Repubblica Ceca.
Il sostegno, che viene finanziato dalla vendita dei permessi a emettere l’anidride carbonica, fa riferimento alle attività svolte nel 2023 sul territorio del paese.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il Ministero della Famiglia, del Lavoro e delle Politiche sociali ha presentato un progetto di emendamento al Codice del Lavoro. La modifica, proposta dal Ministero guidato da Agnieszka Dziemianowicz-Bąk, prevede che sia il periodo lavorativo nel contratto di diritto civile sia lo svolgimento delle attività imprenditoriali saranno riconosciuti come anni di effettivo servizio, il che contribuirà all’aumento delle indennità di tirocinio. Il progetto è stato presentato per consultazione pubblica, e la sua entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2026. Con la nuova normativa, verranno inclusi nell'anzianità: la gestione di un un’impresa individuale o la collaborazione con la persona che gestisce una ditta individuale; il lavoro con contratto di mandato o altro contratto di prestazione di servizi; l’essere membro di una cooperativa di produzione agricola e di una cooperativa di circoli agricoli. La condizione è avere un’assicurazione pensionistica e d’invalidità. I costi delle nuove regole per il calcolo dell’anzianità saranno a carico dei datori di lavoro. Le imprese e gli enti del settore pubblico, a seconda della normativa interna adottata, dovranno sostenere costi di remunerazione più alti. Si stima che la nuova legge potrebbe costare al settore delle finanze pubbliche circa 1 miliardo di PLN ogni anno e al settore degli imprenditori 500 milioni di PLN. Nel settore privato, invece, il ministero prevede l'80% del costo sarà sostenuto dalle grandi imprese. Le nuove norme mirano a migliorare le condizioni di vita dei dipendenti e delle loro famiglie e offrono maggiori opportunità di carriera.
(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Il Thai-Italian Business Forum a Firenze rappresenta un passo significativo nelle relazioni economiche bilaterali tra Italia e Thailandia: leader aziendali di 16 aziende thailandesi e 13 aziende italiane si sono incontrati per esplorare nuove opportunità di business e internazionalizzazione.
Organizzato dalla Camera di Commercio Thailandese, dall'Ambasciata Italiana a Bangkok, in collaborazione con UnionCamere, Assocamerestero e Camera di Commercio Italo-Thailandese, questo forum sottolinea la solida cooperazione economica tra le due nazioni, evidenziata da un volume di scambi di 5,06 miliardi di dollari nel 2023. L'evento ha visto la partecipazione di ambasciatori e figure di spicco del mondo degli affari, promuovendo la collaborazione nei settori strategici quali alimentare, moda e lifestyle, con l'obiettivo di stimolare la crescita economica reciproca e gli investimenti.
BYD, il principale produttore cinese di veicoli elettrici, sta acquisendo il 20% delle azioni Rever Automotive, il suo distributore tailandese, in risposta alle crescenti preoccupazioni sulle pratiche di sconto. Questa mossa fa seguito alla creazione di una fabbrica da 490 milioni di dollari a Rayong da parte di BYD, la prima del Sud-Est asiatico, destinata a produrre 150.000 veicoli all'anno. Nonostante BYD domini il mercato thailandese dei veicoli elettrici con una quota del 46%, le lamentele dei consumatori hanno suscitato l'attenzione delle autorità, tra cui il Primo Ministro Srettha Thavisin, che chiede garanzie sui prezzi equi e sulla protezione dei consumatori.
(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)
A meno di una settimana dalla vittoria alle elezioni inglesi, il nuovo Cancelliere Rachel Reeves ha annunciato una serie di misure radicali per "far ripartire l'edilizia in Gran Bretagna" nel suo primo discorso ufficiale dopo essere stata nominata Ministro dell’Economia, prima donna in Regno Unito a raggiungere la carica. Le proposte mirano a rivitalizzare il settore immobiliare e ad affrontare la crisi abitativa nel paese.
Il governo Labour si è impegnato a costruire 1,5 milioni di nuove abitazioni in Inghilterra nei prossimi cinque anni, ovvero circa 300.000 case all'anno. Questo obiettivo, che rappresenterebbe il più alto tasso di costruzioni dal 1950, include sia alloggi a prezzi accessibili che case popolari.
Una delle misure chiave è il ripristino degli obiettivi obbligatori di costruzione alloggi per le autorità locali, precedentemente eliminati dal governo conservatore. Reeves ha dichiarato: "Ripristineremo questi obiettivi obbligatori in modo che la risposta non possa sempre essere no".
Il governo prevede di: riformare il sistema di pianificazione per accelerare i progetti infrastrutturali, rivedere i confini delle cinture verdi, dando priorità ai terreni dismessi e alle cosiddette "cinture grigie”, assumere 300 funzionari di pianificazione aggiuntivi per velocizzare il processo e creare una task force per sbloccare i progetti edilizi in stallo. Il governo ha anche annunciato la revoca del divieto sullo sviluppo di parchi eolici onshore in Inghilterra, una mossa che potrebbe portare alla costruzione di centinaia di nuove turbine. Nonostante l'ottimismo, il governo Labour si trova di fronte a notevoli ostacoli. Il settore edilizio sta attualmente affrontando diversi problemi, tra cui:
· Carenza di manodopera
· Inflazione che impatta sui prezzi di case e materiali
· Costi elevati per i lavori di sicurezza degli edifici
Questi fattori hanno portato a un rallentamento significativo della costruzione di nuove abitazioni, con una diminuzione del 43% nelle case "a prezzi accessibili" finanziate dal governo nell'ultimo anno attraverso i vari piani di edilizia agevolata.
Le reazioni del settore sono state generalmente positive. Clare Miller, CEO di Clarion Housing Group, ha elogiato la reintroduzione degli obiettivi obbligatori, definendola "assolutamente giusta". Neil Jefferson, della Home Builders Federation, ha dichiarato che i costruttori sono "pronti a sostenere" il piano del governo. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che il governo dovrà affrontare sfide significative per raggiungere i suoi obiettivi, dato il contesto economico attuale e le difficoltà del settore edilizio.
Mentre le intenzioni sono chiare, resta da vedere come queste politiche si tradurranno in pratica e se riusciranno a superare gli ostacoli esistenti nel settore edilizio. Il successo di queste misure sarà cruciale non solo per il mercato immobiliare, ma anche per l'economia britannica nel suo complesso considerata la persistente stagnazione.
(Contributo editoriale a cura della The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)