Mercoledì 30 Aprile 2025
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Una nuova proroga è in preparazione per la gara in corso per la concessione dell'ex area Gonou, a Salonicco, nel quale è prevista la realizzazione di un grande centro di logistica, merci e trasporto combinato.
Normalmente il termine ultimo per la presentazione dei dossier di manifestazione di interesse da parte degli investitori era il 15 novembre, tuttavia, secondo fonti ben informate, molti investitori interessati hanno esercitato una forte pressione sul Project Preparazione Facility (PPF) di TAIPED, che si è impegnato a gestire la gara d'appalto per conto del beneficiario del progetto GAIOSE.
Si prevede che l'infrastruttura presso l’ex area Gonou verrà sviluppata come un moderno centro merci, che fungerà da host per le attività commerciali e le operazioni della catena di approvvigionamento.
Si stima che l'investimento getterà le basi per far emergere Salonicco come hub logistico, collegando il porto della città con i Balcani e l'Europa orientale.
(Contenuto edotorialie a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Si tratta del miglior punteggio degli ultimi 10 anni, secondo i dati diffusi il 29.10 dalla Banca Centrale del Brasile (Bacen)
Agência Gov | tramite Ministero del Turismo - 29/10/2024
Tra gennaio e settembre 2024, i visitatori stranieri arrivati in Brasile hanno lasciato 30,821 miliardi di R$ nell’economia del Paese. Si tratta del miglior risultato del periodo degli ultimi dieci anni, con una crescita del 25%. Solo nel mese di settembre, i turisti internazionali hanno lasciato più di 3 miliardi di R$ nel turismo nazionale. I dati sono stati diffusi il 29 ottobre dalla Banca Centrale del Brasile (Bacen).
L’aumento dell’attività economica attraverso il turismo riflette il crescente numero di turisti stranieri che entrano in Brasile. Nei primi nove mesi dell’anno sono arrivati nelle diverse destinazioni nazionali circa 4,9 milioni di visitatori stranieri.
“Stiamo osservando una crescente domanda di interesse internazionale per la scoperta delle bellezze del Brasile. Ciò dimostra che abbiamo un mercato economico molto prezioso su cui lavorare, con azioni e politiche pubbliche che promuovano le nostre proposte turistiche all’estero”, ha affermato il Ministro del Turismo, Celso Sabino.
Tra le azioni del Ministero del Turismo per attirare più turisti internazionali c’è il Programma Internazionale di Accelerazione del Turismo (PATI). L’azione, in collaborazione con Embratur [Impresa Brasiliana di Turismo], prevede partenariati pubblico-privati con compagnie aeree e aeroporti per aumentare il numero di voli internazionali verso il Paese.
“Oggi l’Europa sta vivendo un overturism, con questi viaggiatori che vogliono scoprire nuove destinazioni, e il Brasile è l’ideale per attirare questo pubblico, presentando la sua cucina, cultura e diversità regionali, così come le ricchezze naturali che non esistono in altri posti nel mondo”, ha sottolineato il ministro.
Obiettivi
Attirare questi visitatori è uno degli obiettivi del Ministero del Turismo e fa parte del Piano Nazionale del Turismo (PNT) 2024-207, che mira a rendere il Brasile il più grande destinatario di turisti del Sud America. Il documento definisce l’obiettivo di ottenere ricavi pari a 8,1 miliardi di dollari da questo pubblico. Considerato lo scenario positivo, la prospettiva è di superare nel periodo i 10 milioni di visitatori stranieri.
A cura di Fábio Marque/Ministero del Turismo
(Fonte: Agência Gov)
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il ministro del Ministero dello Sviluppo Agrario e dell’Agricoltura Familiare (MDA), Paulo Teixeira, ha partecipato al 7° Forum sugli Investimenti del Brasile, tenutosi a San Paolo questo lunedì (28/10). L’evento ha riunito autorità brasiliane come il vicepresidente e ministro dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC), Geraldo Alckmin, e si è concentrato sulle nuove opportunità per gli investimenti esteri che danno priorità allo sviluppo sostenibile e alla conservazione dell’ambiente in Brasile.
Al centro dei dibattiti, l’agricoltura familiare e il ruolo del MDA sono stati evidenziati come fondamentali per lo sviluppo sostenibile e inclusivo. Il ministro Paulo Teixeira ha sottolineato il suo impegno nel promuovere un’agricoltura responsabile e sostenibile, rafforzando la capacità del Brasile di nutrire il mondo, anche di fronte alle crescenti preoccupazioni sul cambiamento climatico e sulla crisi ambientale globale.
Durante la sua partecipazione, Teixeira ha sottolineato l’importanza di intensificare gli investimenti nell’agricoltura familiare, un settore che ha un grande potenziale per generare posti di lavoro, rafforzare l’economia e garantire la sicurezza alimentare. Ha sottolineato le diverse iniziative del MDA a sostegno delle famiglie contadine, che sono responsabili di gran parte della produzione alimentare consumata dai brasiliani. “Viviamo in una piena democrazia, in un Paese con sfide enormi, ma con un potenziale ancora maggiore. Vi invito a creare partenariati con l’agricoltura familiare per risanare aree degradate e produrre cibo in modo sostenibile. Questa è la forza del Brasile, che può diventare il più grande fornitore alimentare del mondo”, ha affermato il ministro.
La proposta centrale del MDA, come sottolineato da Paulo Teixeira, è un’espansione di modelli sostenibili, come i sistemi agroforestali, l’integrazione tra colture, bestiame e foreste e l’incoraggiamento delle foreste produttive, che consentano il recupero delle aree degradate con colture economicamente sostenibili, come il cacao e l’açaí.
Il ministro del MDA ha inoltre sottolineato l’importanza di ampliare l’accesso all’assistenza tecnica e all’estensione rurale, fattori essenziali affinché gli agricoltori familiari adottino pratiche più avanzate e produttive. “Il Brasile ha bisogno di un’agricoltura familiare moderna e competitiva e questo sarà possibile solo con un'assistenza tecnica efficace, che permetta a questi potenti produttori di servire sia il mercato nazionale che quello internazionale con alimenti di qualità”, ha aggiunto.
Sostegno BIS e transizione ecologica
Il sostegno della Banca Interamericana di Sviluppo (BIS) è stato un altro punto rafforzato durante l’evento. Teixeira ha sottolineato che la BIS, insieme al settore privato, svolge un ruolo essenziale nello sviluppo della produzione agricola adattata ai cambiamenti climatici e con particolare attenzione alla sostenibilità.
Morgan Doyle, direttore generale della BIS per il Cono Meridionale, ha rafforzato questa visione, evidenziando il Brasile come leader nella transizione ecologica globale: “L’importanza del Brasile per la transizione verde globale è indiscutibile. Con oltre l’89% della sua matrice elettrica rinnovabile, il Brasile è il Paese ideale per guidare il movimento verso la sostenibilità. Investire qui significa investire nel futuro del pianeta”.
Stabilità per gli investitori
Il vicepresidente Geraldo Alckmin ha sottolineato che la stabilità politica ed economica del Brasile è fondamentale per attrarre capitali stranieri. Ha riaffermato l’impegno del governo a mantenere un’inflazione bassa e a rafforzare la fiducia internazionale nel Paese.
“Non c’è crescita, non c’è lavoro, non c’è reddito se non ci sono investimenti. Il Brasile deve andare avanti con forza e le opportunità sono enormi. Siamo l’ottava economia più grande del mondo, con stabilità e sicurezza giuridica. E questo è ciò che porta la fiducia che cerca l’investitore globale”, ha affermato Alckmin.
Jorge Viana, presidente di ApexBrasil [Agenzia Brasiliana per la Promozione delle Esportazioni e degli Investimenti] e ospite dell’evento, ha rafforzato la fiducia nel potenziale del Brasile aprendo il forum. Per lui, nonostante le incertezze globali, il Brasile rimane un solido riferimento per gli investimenti sostenibili:
“Il Brasile, di fronte a un mondo in crisi, è un rifugio sicuro. Questo forum rappresenta la nostra opportunità per mostrare il valore del Paese come destinazione di investimenti sicuri e sostenibili, con politiche pubbliche che stanno cambiando la vita delle persone”, ha dichiarato Viana.
Il forum è servito anche come palcoscenico per la presentazione delle strategie del Brasile verso la COP30, che si terrà a Belém (PA), nel 2025. Secondo Viana, l’evento sarà un’occasione strategica per consolidare il ruolo guida del Brasile nell’agenda climatica e ambientale, attirando ancora più partenariati per rafforzare un’economia sostenibile e promuovere lo sviluppo verde.
(Fonte: Gov.br | Ministério do Desenvolvimento Agrário e Agricultura Familiar)
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il Ministro dell’Economia britannico, Rachel Reeves ha annunciato oggi che la sua manovra finanziaria porterà ad un aumento delle tasse pari a £40 miliardi. Si tratta di un notevole incremento fiscale, il più alto in termini assoluti dai tempi di Norman Lamont nel 1993.
Nello specifico, le principali misure introdotte con impatto sulle imprese sono:
Contributi previdenziali: L'aliquota dei contributi previdenziali (National Insurance) a carico dei datori di lavoro salirà dal 13,8% al 15% a partire da aprile 2025. Tuttavia, l'esenzione sull'importo iniziale di £10.500 (finora limitata a £5.000) aiuterà a mitigare l'impatto per le piccole e medie imprese.
Imposte sui redditi dei lavoratori: la Reeves ha deciso di non estendere oltre il 2028-29 il congelamento dei limiti di reddito per le imposte sul reddito e sui contributi previdenziali, evitando così futuri aumenti per i lavoratori.
Capitale: L'imposta sui guadagni in conto capitale (Capital Gains Tax) verrà aumentata, passando dal 20% al 24% per i contribuenti con aliquota fiscale più elevata, e dal 10% al 18% per quelli con aliquota inferiore. Per gli immobili residenziali, i tassi rimarranno rispettivamente al 24% e 18%.
Inoltre, la Reeves ha annunciato l'abolizione del regime fiscale agevolato per i non domiciliati ("non-dom") a partire da aprile 2025. Queste misure avranno un impatto significativo sui costi operativi e sulla pianificazione fiscale delle imprese italiane che hanno attività o investimenti in Regno Unito. Le aziende dovranno quindi monitorare attentamente gli sviluppi e valutare le possibili strategie di adattamento.
D'altro canto, la Reeves ha anche introdotto alcune agevolazioni, come la riduzione dell'accisa sulle bevande alcoliche alla spina e il mantenimento del taglio di 5 centesimi sull'accisa del carburante per un altro anno. Tali misure potrebbero rappresentare un sollievo per le imprese che operano nel settore della ristorazione e della logistica.
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La relazione tra Italia e Argentina è un pilastro della politica estera italiana, rafforzata da un legame culturale e sociale profondo, testimoniato dalla presenza di oltre un milione di italiani e circa 20 milioni di discendenti. Questo legame genera anche importanti opportunità economiche: oltre 300 aziende italiane operano in Argentina, impiegando circa 16.500 lavoratori e generando un fatturato di 2.640 milioni di euro. Gli investimenti italiani superano i 1.500 milioni di euro e l'interscambio commerciale ha raggiunto i 2.340 milioni di euro nel 2023.
Inoltre, sono in corso collaborazioni strategiche in settori chiave come energia, infrastrutture e tecnologia. Un esempio significativo è la cooperazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana e la Commissione Aerospaziale Nazionale Argentina, che lavora a un sistema di satelliti per la gestione delle emergenze, fornendo soluzioni innovative per affrontare le sfide del paese.
Anche l'ambito culturale ed educativo gioca un ruolo importante: l'Italia offre borse di studio agli studenti argentini e promuove la lingua italiana, favorendo future collaborazioni nella ricerca e nello sviluppo.
A livello globale, Italia e Argentina si trovano ad affrontare sfide comuni, come la crisi in Venezuela. In questo contesto, l'Italia sostiene l'Argentina nel promuovere la democrazia e i diritti umani, rafforzando così la sua immagine di alleato affidabile in America Latina.
In conclusione, la relazione tra Italia e Argentina esemplifica una cooperazione proficua, con reciproci vantaggi. Le aziende italiane hanno l'opportunità di espandere i propri mercati, mentre l'Argentina riceve supporto e expertise nei vari settori. Questa alleanza non solo promuove la crescita economica, ma getta anche le basi per un futuro di sviluppo condiviso e sostenibile tra due nazioni unite dalla storia e dalla cultura.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
La Polonia si è classificata quintultima nell’indice di innovazione dei paesi dell’Unione Europea. Questo risultato è riportato nel rapporto della Commissione Europea, citato dal Polski Fundusz Rozwoju (Fondo Polacco per lo Sviluppo) nella propria ricerca. Secondo il rapporto PFR, alla fine del 2022, in Polonia erano stati stanziati oltre 9,5 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo. Questo risultato è ben al di sotto del livello generale dell’UE, ma negli ultimi anni la differenza tra la media polacca e quella dell’UE è andata diminuendo. Secondo la Commissione Europea, i principali problemi della Polonia sono la scarsa capacità innovativa della comunità scientifica nazionale e la mancanza di risorse intellettuali. Le cause di questi problemi sono la scarsa spesa nel settore dell'innovazione, la mancanza di una politica industriale specifica e l'approccio errato della società all'idea di innovazione. In termini di sostegno all’innovazione in Polonia, secondo Marcin Zieliński, presidente e economista del Forum per lo Sviluppo Civico, la sfida principale è la nazionalizzazione del sistema di creazione di startup e del loro finanziamento. Le istituzioni statali spesso non conoscono le esigenze del mercato, il che significa che progetti preziosi potrebbero non ricevere sostegno. Questa situazione scoraggia anche il capitale privato dall’investire in Polonia. Anche i giovani vengono scoraggiati dal lavorare in Polonia e spesso sono costretti ad andare all’estero per sviluppare le proprie idee. Zieliński ha infine aggiunto che anche i polacchi non riescono a "vendere" le loro innovazioni ad altri paesi, il che influisce anche sul risultato nella classifica. Ha fatto l'esempio del servizio BLIK, che opera solo nelle banche polacche. Slovacchia, Lettonia, Bulgaria e Romania sono inferiori alla Polonia nell'indice di innovazione. La Danimarca ha ottenuto il risultato maggiore.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
I produttori di insalate in busta affrontano numerose sfide, tra cui la svalutazione del loro settore. I problemi riguardanti i residui di pesticidi e le preoccupazioni legate all'imballaggio vengono spesso sollevati, mentre il mercato sta soffrendo, soprattutto a causa dell’aumento delle marche distributrici, che ora rappresentano il 60% del mercato, rispetto al 40% prima dell'inflazione.
Nonostante ciò, il settore, che attualmente produce il 60% delle sue insalate in Francia, mostra segni di ostilità.
Le vendite di prodotti pronti all'uso calano solo leggermente, principalmente grazie all'innovazione e a nuovi mix. Tuttavia, la pressione sui margini è forte, con profitti che raggiungono appena un centesimo per busta, complicando la situazione per i produttori.
Il sindacato dei produttori sottolinea che la quota troppo alta delle marche distributrici riduce la redditività delle aziende, mentre il consumo di insalate sfuse diminuisce ulteriormente.
Alcuni attori come Bonduelle si ritirano dal mercato, evidenziando la gravità della situazione.
I professionisti chiedono una migliore organizzazione del settore per far sentire la loro voce e preservare la loro attività.
(Fonte: Les Echoes)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)
A partire dall'analisi delle dinamiche culturali ed economiche locali, la Camera di Commercio Italiana a Tokyo ha stilato una serie di consigli per gli imprenditori e i professionisti che intendono investire nel mercato nipponico.
L'economia giapponese è la terza al mondo dopo Stati Uniti e Cina in termini di PIL e oltre alle potenzialità come mercato di destinazione che, seppur ridimensionate rispetto agli anni d’oro della bubble economy, continuano a fomentare le fantasie di produttori di beni di consumo, finalmente anche la sua attrattibilità in termini di investimento sta finalmente ricevendo l’attenzione che merita in ambito internazionale.
Un ampio e sofisticato bacino di consumatori che mantiene elevatissimi i criteri dell’offerta qualitativa e la velocità di cambiamento delle tendenze di acquisto, un sistema legislativo ben solido che offre una ineguagliabile garanzia -basti pensare ai diritti di proprietà intellettuale, un’offerta di personale altamente specializzato ed estremamente affidabile ed una capacità di ricerca e sviluppo decisamente elevata. A questo va aggiunta non tanto la progressiva acquisizione a tutti i livelli di nuove competenze tecnologiche sia hard che soft ma soprattutto l’armoniosa convivenza tra il fattore umano e quello tecnologico. La Society 5.0. giapponese, infatti, risulta essere molto più consapevole e pragmatica, a differenza di molti Paesi occidentali dove l’euforia di novità tecnologiche si scontra con la preoccupazione di un inesorabile e progressivo esubero di forza lavoro.
Secondo il Global Business Complexity Index 2023 il Giappone è stato stimato 43simo su circa 80 mercati per l’indice di complessità del business environment. Tale stima si basa essenzialmente sulla valutazione di aspetti burocratici legislativi, contabili, tassativi e di regole impiegatizie ma non prende in considerazione l’aspetto socio-culturale che probabilmente porterebbe il Giappone ai vertici della classifica.
Quella giapponese è senza ombra di dubbio una delle società più complesse al mondo, regolamentata da un capillare sistema di regole scritte e non scritte intrinseche alla natura stessa dell’essere -o meglio del sentirsi- nihonjin, giapponese. Avvalersi del supporto di un partner locale per intraprendere un’avventura commerciale in Giappone non è raccomandabile. È fondamentale. Decidere di farne a meno significa mettere a rischio non soltanto l’esito della singola azione con un elevato dispendio di energie, di tempo e di investimenti ma a volte può significare bruciarsi il terreno anche per azioni future.
Abbiamo deciso di dedicare questo spazio per condividere con voi l’esperienza maturata in oltre 50 anni di attività camerale in Giappone, cercando di far luce di volta in volta su aspetti e dinamiche commerciali e culturali che non possono e non devono mai essere considerati singolarmente quando si affronta un mercato straniero.
C'era una volta un consumatore giapponese ciecamente innamorato del nostro Paese che acquistava senza badare a spese marchi made in Italy, sfoggiati pubblicamente e capaci di catapultare il possessore in un segmento della società molto ambito: l'altolocato e culturalmente ricco. Stiamo parlando di 40 anni fa, quando l'Italia era riuscita a ritagliarsi un segmento di tutto rispetto nel mercato dei beni di consumo giapponesi seguendo l'esempio francese che ci aveva preceduto di qualche decennio e che aveva dettato i criteri di uno stile europeo, spezzando così la supremazia degli Stati Uniti. E così per oltre 3 decenni molti produttori italiani hanno vissuto il sogno commerciale che pochi altri mercati globali riescono a concedere: alimentare la bramosia di italianità di clienti sofisticati, fedeli e culturalmente strutturati per apprezzare a fondo il valore della nostra artigianalità. Poi ad un tratto gli ordini diminuiscono e la storia d'amore sembra finire nello stupore più totale del produttore italiano.
Al contrario lo stupore dovrebbe essere dovuto alla longevità del nostro brand nazionale in Giappone. Quarant'anni d'amore incondizionato sono rari anche nelle migliori coppie che richiedono a prescindere una cura e un'attenzione costante. L'Italia continua ad essere molto apprezzata dai giapponesi ma le motivazioni risiedono sempre di più nelle caratteristiche intrinseche del prodotto piuttosto che nella forza del brand Italia. Funzionalità, sostenibilità, un equilibrato rapporto costo-qualità e soprattutto "quel qualcosa in più" che ogni distributore giapponese richiede alla controparte italiana. Per raccontare quel qualcosa in più si parte dalla contestualizzazione del prodotto, recuperando e valorizzando quei dettagli storici, culturali e manifatturieri che più di altri fanno presa sull'acquirente giapponese. Troppo spesso ci si dimentica che Italia e Giappone sono due mondi molto lontani culturalmente ma vicini per valori di riferimento, e molto spesso in questi casi la compensazione emotiva è il miglior strumento a disposizione per impostare una strategia di comunicazione. E per poterlo nutrire emotivamente, quel mercato lo si deve conoscere profondamente.
Il primo appunto di questo diario di viaggio verso il Giappone, è la conoscenza imprescindibile di questo Paese tanto complesso quanto fantastico. E la conoscenza va ben oltre gli spunti che una scheda Paese riescono a concedere. Conoscere significa cercare domande all’interno di risposte, dedicare tempo e attenzione ai dettagli, non dare niente per scontato, non semplificare e soprattutto andare oltre l’eurocentrismo che ci contraddistingue. Partiamo da qui: non improvvisiamo ma facciamo della conoscenza attuale e consapevole del mercato di destinazione il primo vero investimento, andando oltre i luoghi comuni e ricordandoci sempre che la velocità di cambiamento di un mercato evoluto come quello giapponese è estremamente elevata.
Che l’abito non faccia il monaco è un proverbio quanto mai valido ed attuale in Giappone, Paese dalle mille contraddizioni e dalle mille sfumature socioculturali. In più occasioni in questi decenni di vita giapponese ho assistito a valutazioni errate da parte di imprenditori italiani che incontrando potenziali partner giapponesi hanno ponderato il loro giudizio su criteri superficiali e di natura eurocentrica che in ultima istanza hanno contributo a compromettere la partita commerciale.
La cultura giapponese predilige un approccio interpersonale soft basato sul concetto di wa, letteralmente armonia, che non deve mai essere compromessa in ambito sociale con atteggiamenti aggressivi, troppo esuberanti o anche solo egocentrici. Ancora oggi agli studenti delle elementari si insegna che il chiodo che fuoriesce dall’asse deve essere battuto per non creare scompensi con gli altri chiodi. E quindi in completa controtendenza con il mondo occidentale che legittima sempre di più autoreferenzialità ed una vanità ostentata, l’autostima o anche una consapevolezza troppo marcata di sé stessi sono giudicati elementi negativi della personalità. Non che i giapponesi siano privi di tali caratteristiche ma esternarle non è socialmente accettabile. Anzi, chi più è/possiede meno mostra. E allora non sorprende che al primo appuntamento una figura di rilievo come il presidente di un’azienda giapponese possa assumere toni sottomessi e defilati dando l’impressione di non avere grandi carte da giocare.
E’ importante non sottovalutare il primo appuntamento e soprattutto quella manciata di secondi necessari ad inviare quelle informazioni al tuo cervello che ti permetteranno di farti un’idea, giusta o sbagliata, sulla persona che hai davanti, incasellandola in un’immagine che poi sarà molto difficile cambiare. E se è naturale ed innato per ognuno di noi avere pregiudizi, esternarli anche con atteggiamenti apparentemente innocui denota oltre a maleducazione mancanza di professionalità. E’ su questo che dobbiamo lavorare.
Il biglietto da visita in Giappone è molto più di un nome ed un indirizzo. E’ il permesso che viene concesso ad entrare nello spazio personale di qualcuno. E’ un invito e insieme l’essenza di un titolo, di una professionalità e di una persona. Non prestare la dovuta attenzione al biglietto da visita di qualcuno significa non esserne interessato, denigrandone la posizione. E’ per questo che tutti gli appuntamenti iniziano con uno scambio di biglietti, passati a due mani con leggero inchino, soffermandosi con lo sguardo per qualche secondo sul biglietto. Dopo di che, il biglietto viene appoggiato sul tavolo per tutta la durata della conversazione.
La conversazione, prima di entrare nel dettaglio operativo e commerciale dovrebbe permanere ad uno stadio generico creando le premesse di una discussione rilassata.
Fare domande di cultura generale evitando di esprimere commenti trancianti o riferimenti a situazioni di geopolitica attuale dimostrano interesse e al contempo danno modo eventualmente di rimodellare l’immagine che ci si è fatti al momento dell’incontro.
Presentare la propria azienda o il proprio prodotto significa dare informazioni che aiutino l’interlocutore a contestualizzare e a fare valutazioni pratiche, evitando sproloqui o autocelebrazioni e ricordando sempre che si ha a che fare con una cultura completamente diversa da quelle incontrate fino ad ora con parametri e codici diversi.
I feedback che si ricevono durante questo primo incontro sono estremamente importanti per il futuro di un brand straniero in Giappone se tenuti in considerazione ed implementati nel tempo. Ma la mancanza di commenti non denota necessariamente mancanza di interesse. A volte, proprio quando non c’è interesse, l’operatore giapponese tende a ridondare nel complimentare un certo prodotto per non risultare offensivo. Domande mirate e poco apprezzamento potrebbero invece essere sintomatici di una valutazione in corso.
Anche in questo caso, l’atteggiamento migliore è mantenere compostezza senza rinunciare alla vitalità e alla simpatia che ci contraddistingue ma evitando di esprimere giudizi e giungere a conclusioni che nella maggior parte dei casi sarebbero affrettate.
“Se ce la fai in Giappone, ce la puoi fare ovunque” questo è un assioma ormai consolidato per descrivere la difficoltà legata alla conquista del mercato giapponese. Le barriere sono di varia natura: la lontananza fisica, la complessità del sistema distributivo, il livello di saturazione, la svalutazione dello yen degli ultimi anni, la velocità di cambiamento delle tendenze… ma c’è un’altra barriera che mette a dura, durissima prova anche l’imprenditore più navigato: la quantità (e qualità) di pazienza richiesta.
Se, ad esempio, i grandi eventi fieristici in occidente fungono da piazza di incontro tra domanda e offerta dove spesso gli accordi prendono forma, in Giappone sono piuttosto delle vetrine alle quali è importante partecipare non soltanto per mettere in mostra la propria offerta merceologica ma soprattutto per rassicurare l’operatore circa la serietà e lungimiranza con la quale guardiamo al mercato giapponese.
Se è vero che i primi anni di qualsiasi rapporto commerciale sono i più critici perché necessari per affinare le modalità di dialogo ed i margini di collaborazione, in Giappone il livello di criticità raggiunge livelli straordinari. Le storie che in questi anni ho sentito raccontare da produttori italiani circa le richieste delle loro controparti giapponesi hanno dell’inverosimile, almeno nella loro visione della realtà: dalla richiesta di forniture di bottoni in corno con le stesse identiche venature, alla richiesta di reso su interi container di prodotti da GDO a causa di microscopiche defezioni sull’etichetta, come un graffio o un mancato allineamento. Eppure, ciò che a noi sembra eccessivo in Giappone rientra nella norma del fare business. Sta a noi spiegare che la personalizzazione di un prodotto artigianale dovuta a fattori naturali è parte della forza e attrattività di quel prodotto. Allo stesso modo sta a noi capire che anche un prodotto a basso costo destinato alla grande distribuzione o all’ho.re.ca come una lattina di pelati richiede un alto livello di decoro estetico.
E per concludere c’è la concezione del lavoro che seppur negli ultimi anni abbia subito grandi trasformazioni risulta ancora oggi essere il valore più importante nella società giapponese, ed il modo di porsi nei confronti della quotidianità lavorativa è molto diverso da quello italiano: lunghe ore di lavoro, scarsa attitudine al multitasking e al problem solving, tendenza a non volersi assumere alcuna responsabilità anche a breve termine. Tutto questo agli occhi di un italiano si traduce molto semplicemente con scarsità di efficienza ed i comportamenti che ne derivano oscillano tra lo strano e l’impossibile da accettare. Infinite mail per definire dettagli che sembrano irrisori, richieste all’apparenza poco attinenti all’argomento trattato ed in generale una lentezza decisionale pachidermica. E’ in questi casi che la pazienza viene messa a prova peggiore, quando non riusciamo a trovare una spiegazione razionale a dei comportamenti inconsueti.
Atteggiamenti di questo tipo possono all'apparenza sembrano privi di fondamento per un Occidentale, ma sono tutto tranne che casuali. Si tratta infatti di step essenziali, delle mini "prove", volte a consolidare un sano rapporto con l'operatore giapponese. Se si riesce a portare la giusta dose di pazienza e se si riesce ad accettare un punto di vista diverso dal nostro, per quanto a volte difficile da comprendere, allora si riuscirà veramente a conquistare la fiducia della controparte nippoca. E, una volta che questo accadrà, si inizierà a notare che tutto procede in maniera molto più liscia e consolidata rispetto all'inizio.
Rimboccarsi le maniche, dunque, armarsi di santa pazienza, e cercare di mantenersi il più aperti possibile ad approcci e punti di vista diversi dal nostro. Le soddisfazioni pronte ad aspettarci stanno poco più in là, e sono veramente tante.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Giappone)
Dopo un'estate caratterizzata da un leggero calo delle presenze turistiche, l'Ufficio del Turismo di Parigi, Paris Je T'aime, prevede una conclusione di anno positiva grazie agli effetti delle Olimpiadi. Durante i Giochi, Parigi ha accolto 11,2 milioni di visitatori, di cui 3 milioni turisti che hanno pernottato. Tuttavia, nonostante l'afflusso, ci sono stati cali significativi nelle visite a musei e ristoranti, con molti ristoratori che ritengono che l'impatto dei Giochi sia stato neutro o negativo sulla loro attività, secondo un sondaggio della Banque de France.
Il settore ricettivo ha visto una ripresa, con tassi di occupazione intorno all'84% e tariffe medie aumentate del 118% durante le Olimpiadi. Le prospettive per la fine dell'anno sono incoraggianti, con un aumento degli arrivi aerei del 8,7% nel quarto trimestre e del 13,5% a dicembre. I turisti americani ed europei stanno tornando in forze, mentre i visitatori cinesi continuano a recuperare.
Con la riapertura di Notre-Dame de Paris prevista per l'8 dicembre, l'ufficio prevede di accogliere tra i 37 e i 38 milioni di turisti, superando i numeri dell'anno precedente. Gli effetti positivi delle Olimpiadi potrebbero continuare anche nel 2025, con esperienze simili riscontrate a Londra dopo i Giochi del 2012.
TotalEnergies Renouvelables sta sviluppando un vasto progetto di centrale solare a Tavel, nella regione del Gard, con un investimento previsto tra i 50 e i 60 milioni di euro. Il parco fotovoltaico si estenderà su oltre 50 ettari e avrà una capacità di 57 MWp, producendo circa 82 GWh di energia all'anno, sufficiente per il fabbisogno elettrico di 53.000 abitanti.
Il progetto, che coinvolge anche il comune di Tavel e diverse agenzie regionali, è stato avviato a dicembre 2022, con attualmente in corso la valutazione dei permessi di costruzione e delle autorizzazioni ambientali. Si prevede che l'inchiesta pubblica e altre procedure necessarie siano avviate nei prossimi mesi, con una messa in servizio programmata per il 2027.
Un aspetto significativo del progetto è che il parco solare sorgerà su terreni naturali precedentemente utilizzati per il pascolo e circonderà una grande cabina di trasformazione elettrica RTE, la quale è considerata fondamentale per la sicurezza energetica nazionale, data la sua vulnerabilità ai rischi di incendio. La sottostazione RTE di Tavel è una delle più grandi d'Europa e gioca un ruolo cruciale nell'approvvigionamento elettrico del sud-est della Francia, servendo oltre 4 milioni di abitanti.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)